LOTTO MARZO

Annulliamo Lotto marzo 2020 a Trieste! e qui

spieghiamo perché.

#LOTTOLOSTESSO

Quest’anno Lotto marzo si sarebbe dovuto articolare su due giorni: l’8 di manifestazioni in piazza e il 9 di sciopero generale dal lavoro produttivo. Lo sciopero è stato revocato dai sindacati e annullato da Non una di meno, dopo il divieto della Commissione di garanzia: tuttavia, anche se non ci fosse stato il divieto, molte non avrebbero potuto praticare lo sciopero dal lavoro produttivo, perché già stanno perdendo parte del loro reddito a causa dello stato emergenziale, e molte non avrebbero potuto praticare lo sciopero dal lavoro riproduttivo (domestico e di cura), che anzi è raddoppiato in questi giorni di scuole e servizi chiusi.

Oggi annulliamo anche il nostro corteo del Lotto marzo, che sarebbe dovuto partire da davanti al Tribunale e passare davanti a quei luoghi della città che simboleggiano l’oppressione nei confronti delle donne. Annulliamo anche il flash mob previsto per la sera del 7. Qui proviamo a spiegare perché abbiamo fatto questa scelta.

Nonostante l’irrefrenabile voglia di occupare strade e piazze che ci caratterizza, in questo contesto non possiamo garantire uno spazio collettivo agibile per tutt*. Le ragioni sono varie: le ordinanze e i decreti limiterebbero drasticamente la partecipazione; la minaccia di sanzioni limiterebbe fortemente la possibilità di esprimersi e stare insieme in corteo; l’assembramento potrebbe essere pericoloso da un punto di vista sanitario per le persone immunodepresse e più fragili: e noi invece ci vogliamo unite, oltreché vive, a prescindere dal nostro stato di salute.

Se l’epidemia similinfluenzale da COVID-19 si espande, si rischia il collasso del sistema sanitario: per questo scegliamo di non scendere in piazza, per un senso di responsabilità nei confronti di quante potrebbero essere messe a rischio, ma con la consapevolezza che ci stiamo assumendo una responsabilità di tutela nei confronti della comunità, che non dovremmo assumerci se il servizio sanitario nazionale avesse gli strumenti logistici ed economici per affrontare l’emergenza. Sappiamo bene però che chi ci ha messo tutt* in pericolo non è chi organizza manifestazioni di piazza, ma chi ha distrutto il SSN, definanziando la salute pubblica, smantellando lo Stato sociale e privilegiando il profitto privato.

Il Covid-19 è un fenomeno fortemente politico, che permette di vedere meglio le contraddizioni del sistema capitalistico e patriarcale in cui viviamo. In questi giorni ne stiamo subendo tutte le conseguenze. Se lavoriamo nel privato, siamo costrette a continuare a lavorare, senza sapere quali siano i rischi che stiamo correndo; se abbiamo figli*, siamo costrette a fare i salti mortali per gestire la quotidianità quando le scuole e gli asili sono chiusi ; se abbiamo un contratto precario, ci vediamo obbligate alle ferie forzate; se abbiamo un contratto a chiamata, siamo a casa senza reddito; se lavoriamo all’università, dobbiamo continuare a lavorare, senza avere però uno spazio dove farlo; se ci occupiamo di membri della famiglia non autosufficienti, dobbiamo continuare a farlo come sempre. Tutto questo avviene mentre sono vietati gli assembramenti politici e culturali (quelli che danno un senso al nostro vivere), ma sono ammessi quelli legati al consumo e allo sfruttamento lavorativo. Tutto questo avviene senza che vengano predisposte misure di sostegno economico reale: l’emergenza non può ricadere sulle spalle di chi lavora, per questo pretendiamo indennità per tutt* e un reddito di quarantena.

Per questo torneremo a occupare le strade al più presto, con ragioni e una consapevolezza più forti di prima: sappiamo bene che quello che è invocato come un ritorno alla normalità per noi significa la quotidianità della violenza, dello sfruttamento e del razzismo. Sappiamo bene che lo sfruttamento sistematico delle donne, i femminicidi, la cultura dello stupro sono una pandemia costante e universale. Sappiamo bene che le misure di sicurezza prese per l’emergenza COVID-19 potranno essere usate per limitare indefinitivamente la nostra libertà di espressione, di sciopero, di lotta. Ma tutto deve cambiare: vogliamo, oggi più che mai, un welfare universale, un reddito di autodeterminazione e la libertà di movimento per tutt*! Vivas nos queremos!

COME LOTTARE LO STESSO:
L’8 e il 9 marzo la rabbia femminista riecheggerà in tutto il mondo per il quarto anno di fila e vogliamo provare a essere anche noi parte della potenza di questo processo. Per questo, anche se in Italia quest’anno non possiamo scioperare, abbiamo pensato ad una moltiplicazione di pratiche per gridare la nostra rabbia contro tutte le forme di violenza maschile e di genere, compreso lo sfruttamento del lavoro domestico, di cura e di relazione, perché l’emergenza sanitaria non li ha interrotti, li ha intensificati!

???? Inviaci un messaggio vocale, o di testo, in cui ci racconti quali effetti ha avuto sulla tua vita e sul tuo lavoro l’emergenza Coronavirus e da cosa vorresti scioperare. Come?
1 – Collegati alla pagina Facebook di Non Una Di Meno Trieste
2 – Clicca su “invia un messaggio”
3 – Registra il tuo vocale (max 1 minuto)
4 – Invialo! Lo pubblicheremo dalla nostra pagina durante la giornata del 9 marzo!

???? L’8 e 9 marzo, se sei a casa, appendi qualcosa di fucsia alla finestra, o un lenzuolo con scritto: LOTTO TUTTI I GIORNI o qualcos’altro!

???? L’8 e 9 marzo, se sei al lavoro, indossa qualcosa di fucsia: il panuelo, un nastro, qualsiasi cosa possa rendere visibile la tua protesta!

???? L’8 ascoltaci su Radio Fragola (fm 104.5-104.8 / fb: https://www.facebook.com/radiofragola/)

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