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Il 26 Marzo è uno sciopero non solo sindacale ma anche politico e sociale per un diverso modello di scuola. I #COBAS hanno condiviso questo percorso a livello nazionale con il movimento di #Prioritàallascuola e con il #Coordinamentonazionaledeiprecariscuola per promuovere nel maggior numero di città mobilitazioni che coinvolgano tutto il popolo della scuola pubblica: docenti, Ata, studenti, genitori e, in generale, cittadini democratici.
A Trieste saremo in piazza con Pas, UDS e Link, l’appuntamento è per tutt* in Piazza Unità alle ore 11.00
La sede sarà chiusa ma resteremo operativi ogni giorno per la raccolta, distribuzione ed eventualmente consegna di vestiario, medicinali da banco e prodotti alimentari. [
_ 3519896523 ogni giorno dalle 8:00 alle 20:00 /
cdctrieste@gmail.com]
Raccolta e distribuzione di vestiti, prodotti alimentari, igienici e medicinali su appuntamento in orari concordati [
_ arcizeno@gmail.com]
–> Sportello sanitario informativo di
Come ogni anno compagni e compagne di varie aree del movimento hanno portato fiori e messaggi sul portone del palazzo di via Giulia 39 dove il 9 marzo del 1985 Pietro Greco detto “Pedro” militante dell’Autonomia padovana venne ucciso a colpi di pistola da agenti della Digos e dei servizi segreti.
Non dimentichiamo i compagni e le compagne uccisi dallo Stato.
Un enorme grazie alle compagne di Non Una di Meno – Trieste per la splendida giornata di ieri. Siamo content* di esserci stat* come sempre e di aver contribuito nel nostro piccolo…LOTTO MARZO TUTTO L’ANNO! E grazie a tutt* coloro che sono passat* al nostro banchetto a prendere i materiali fra cui il numero speciale per l’otto marzo di Umanità Nova.
Nelle ultime settimane sono stati recapitati quattro decreti penali di condanna ad altrettanti compagni della regione, in riferimento al corteo antimilitarista del 3 novembre 2018 a Gorizia da noi organizzato, con la richiesta di pagamento per un totale di quasi 11.000 euro. I capi di imputazione contestati sono: manifestazione non autorizzata, imbrattamento e accensioni pericolose di materiale pirotecnico.
Quel giorno una manifestazione di quasi 400 persone percorse le strade del capoluogo isontino per contestare le mortifere celebrazioni militariste e nazionaliste legate al centenario della “vittoria” nella prima guerra mondiale costata milioni di morti, feriti e mutilati.
Un’iniziativa scomoda perché legava il ricordo del primo massacro mondiale con la lotta contro il militarismo e le guerre di oggi. Durante tutto il corteo sono state infatti denunciate le responsabilità del militarismo nostrano nelle guerre che insanguinano tante parti del mondo; responsabilità dirette tramite la produzione e la vendita di armi (di cui un esempio concreto è la fabbrica Leonardo/Selex a Ronchi) e gli interventi militari e neocoloniali dell’esercito a supporto degli interessi delle grandi compagnie a partire dall’Eni.
Dopo le esperienze del tutto negative dei governi precedenti era difficile pensare a un governo ancora più nemico delle classi popolari e più piegato alle logiche del capitale. Il governo Draghi, invece, promette di essere tutto questo e anche di peggio.
Quella dell’illustre “tecnico” chiamato a salvare la patria è un’anomalia politica tutta italiana che non ha riscontri nel resto d’Europa. Da Ciampi a Dini a Monti a Draghi, questi tecnici vengono presentati come super partes, ma non lo sono per niente. Sono sempre dalla parte dei padroni, della grande industria, della finanza.
I governi tecnici hanno sempre seguito i dettami del neoliberismo per privatizzare, tagliare salari, pensioni, servizi pubblici e sanità, istruzione e cultura, salvo poi oggi riscoprire di nuovo il ruolo dello Stato in economia, consistente più che altro nel destinare miliardi alle imprese. Bonomi, presidente di Confindustria, ha detto più volte molto chiaramente quello che si aspetta dal governo: dateci i soldi poi lasciateci fare.
Il banchiere Draghi e i ministri “tecnici” da lui designati – e che solo a lui rispondono – sono tutti legati al mondo della finanza e dell’industria.
Buona riuscita della conferenza stampa di questa mattina indetta dall’ “Assemblea in difesa della biblioteca Quarantotti Gambini”. Sta continuando anche la raccolta firme. Come Germinal continuiamo a sostenere la lotta dell’Assemblea.
Quest’oggi alcun* compagn* hanno posto sul portone del palazzo dove ha sede il consolato greco a Trieste alcuni volantini a sostegno dello sciopero della fame di Dimitris Koufontinas, prigioniero politico in sciopero della fame dall’8 gennaio per chiedere condizioni di detenzione più umane.
I volantini in lingua greca sono stati realizzati dall’APO, federazione anarchica aderente all’IFA, che, assieme a tutte le componenti del movimento anarchico greco, sta portando avanti una grande campagna di solidarietà a sostegno delle richieste di Dimitris.