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Ciao,
Sabato è stata una serata da ricordare!! 80 anni di cammino non sono solo l’accumulazione di storia e ricordi, sono una base su cui costruire con orgoglio e impegno il futuro. La nostalgia non fa per noi, meglio l’azione con
IL CUORE NEL PASSATO
LE MANI NEL PRESENTE
LA TESTA NEL FUTURO!
Di seguito il discorso fatto dal palco prima del concerto per chi non c’era e alcune foto.
Ciao a tutt* e grazie per essere qui con noi questa sera.
Prima di iniziare volevamo ringraziare le Officine Sociali per aver ospitato questa serata, il Muro del Canto, Mister X e Miss Deesaster per il Dj set, Roberta per l’impianto e tutt* coloro che in qualche modo ci hanno dato una mano.
Come saprete oggi festeggiamo gli 80 anni dalla nascita del nostro gruppo avvenuta nel 1945. Quell’anno compagni e compagne che avevano vissuto i decenni della dittatura fascista continuando la lotta in vari modi, pagandone spesso un duro prezzo, si ritrovarono per riannodare i fili della militanza.
Una storia lunga, quella del gruppo, che potete trovare sull’ultimo numero del Germinal.
Decenni dopo siamo ancora qui a portare avanti con ostinazione le idee di libertà, uguaglianza e solidarietà.
Il nostro Gruppo è parte integrante della storia di questa città, ha resistito nel tempo, si è rinnovato, generazione dopo generazione, senza santi in paradiso, senza appoggi dall’alto, grazie alla partecipazione diretta, prolungata o occasionale di tanti e tante che negli anni si sono ritrovat* nel discorso anarchico.
Ma cosa è per noi l’anarchismo?
Diffondiamo e sosteniamo questa iniziativa dove fra l’altro ci troverete con il nostro banchetto.
ORE 19:00 Collegamento con Desirée Agripunk Manzato direttamente dal rifugio.
Giovanni Petralia – cantautorato e ritmo
Piotre Benton – canzoni improprie
kariti – Dark folk
Ci sarà da mangiare (grazie Vegrind !!), da bere, banchetti con merch ESCLUSIVO che non trovate da altre parti!!!!!!
AIUTIAMO #agripunk
#agripunk NON SI SFRATTA!
(LINK DIRETTO PER DONARE): https://www.paypal.com/donate/?campaign_id=GFABM6ZE45H2A…
Ci stringiamo al dolore delle compagne e dei compagni dell’isontino. Ciao Sandro.
Purtroppo oggi dobbiamo scrivere alcune di quelle righe che mai avremmo voluto vergare. Quelle righe che stringono la gola, che bruciano le mani, quelle che pesano come piombo, che ardono come l’aria quando manca.
Venerdì ci ha lasciati Alessandro Morena. Era in Georgia, in viaggio, quando una polmonite feroce, meschina, lo ha colpito a tradimento. Il suo corpo, segnato da anni di malattia, stavolta non ce l’ha fatta. E noi, oggi, siamo semplicemente sopraffatti dal dolore. A Lidia e a chi lo ha conosciuto, a chi lo ha amato, a chi ha camminato con lui anche solo per un tratto: vi abbracciamo. Forte. Come avrebbe fatto lui, col sorriso aperto e la stretta decisa.
Alessandro non era solo un compagno. Era storia viva. Era Monfalcone e le sue lotte. Era le tute sporche di amianto, le mani callose dei cantieri, le barricate contro i fascisti. A 14 anni già con Lotta Continua, già con la rabbia buona in corpo, quella che nasce dalla giustizia negata. A Cassegliano le spranghe non erano gioco. Per alcuni anni milita in Rifondazione, poi dà anima e corpo all’Associazione Esposti Amianto, lui che quella polvere assassina la conosceva bene, anche troppo.
Scrive libri come chi restituisce la parola ai dimenticati: “Polvere”, “La valigia e l’idea”, “L’immaginario imprigionato”. Titoli che sono bussole per chi vuole capire davvero Monfalcone e le sue ferite aperte, le sue promesse non mantenute, la sua resistenza cocciuta. Alessandro era uno storico, sì, ma non accademico. La storia la portava sulle spalle come uno zaino di lotte, non la chiudeva nei faldoni. La liberava, la faceva camminare.
Nel 2009 è tra i fondatori del Coordinamento Libertario Isontino. Dal 2017 quella realtà trova casa nel suo spazio, il Caffè Esperanto in via Terenziana 22. Uno spazio vivo, pieno di voci, idee, incontri. E nel 2024, quell’angolo di resistenza lo dona al collettivo che lo anima. Perché Alessandro non era attaccato alle cose: era attaccato alle persone, alla comunità, alla libertà.
Alessandro, fratello, compagno, storico, militante, cuore grande: la terra ti sia lieve, come lieve non è mai stata la vita che hai scelto, ma sempre, profondamente, autentica e partigiana.
Ci mancherai. E ci sarai. In ogni parola detta a voce alta. In ogni libro passato di mano. In ogni brindisi al Caffè Esperanto. In ogni sprangata metaforica contro l’indifferenza e l’ingiustizia.
Hasta siempre!
Perché la memoria è lotta. E tu eri entrambe.
Caffè Esperanto
Il 27 e 28 maggio, grazie all’impegno della Rete del Caffè Sospeso, sarà a Trieste la regista e autrice Zainab Entezar, che dal 2021 ha documentato e amplificato la voce e la resistenza delle donne afghane in lotta per i propri diritti, fino a dover fuggire dal suo paese due anni fa.
Saremo assieme a Zainab in due serate distinte:
– martedì 27 alle 21:00 al Teatro Miela, proietteremo il documentario “Shot the Voice of Freedom” (Kabul, 51′). Il documentario sarà proiettato in anteprima esclusiva per l’italia dopo la selezione a vari festival cinematografici, tra cui il prestigioso IDFA. L’ingresso sarà gratuito.
– mercoledì 28 dalle 20:30 saremo invece presso la sede del Gruppo Anarchico Germinal in Via del Bosco 52/a per presentare il libro, curato da Zainab, “Fuorché il Silenzio”, che racccoglie le voci di 36 donne afghane che tra il 2021 e il 2022 hanno combattuto per i propri diritti nella Kabul dominata dai Talebani. Presente oltre all’autrice anche Daniela Meneghini, curatrice dell’edizione italiana.
Vi aspettiamo numerose e numerosi ad entrambi gli eventi!