indetto da:
Comitato BDS Trieste
Gruppo anarchico Germinal
ODV Salaam Ragazzi dell’olivo – Comitato di Trieste
Sinistra Anticapitalista Trieste
Assemblea No CPR No Frontiere FVG
di seguito il volantin0
indetto da:
Comitato BDS Trieste
Gruppo anarchico Germinal
ODV Salaam Ragazzi dell’olivo – Comitato di Trieste
Sinistra Anticapitalista Trieste
Assemblea No CPR No Frontiere FVG
di seguito il volantin0
Come avrete immaginato quest’anno non potremo fare la classica cena di fine anno e anche durante il resto dell’anno non abbiamo potuto fare nessun’altra iniziativa di autofinanziamento.
Questo ovviamente ci sta mettendo in difficoltà come sta avvenendo per tutte le realtà autogestite e autofinanziate.
Un modo per sostenere le nostre attività e la nostra sede è acquistare i libri che abbiamo in distribuzione.
Oltre alle case editrici anarchiche che diffondiamo abitualmente (Eleuthera, Zero in Condotta, Bfs, Baronata, Nautilus) abbiamo anche altri testi nonché dei libri a offerta libera sia di saggistica ma non solo.
Ovviamente sono sempre disponibili anche gli altri materiali e prodotti che diffondiamo.
Ci potete trovare ogni giovedì dalle 18 alle 20, oppure se avete problemi con questo orario potete scriverci per organizzarci per un altro momento: gruppoanarchicogerminal@hotmail.com
Il 28 novembre scendiamo in piazza contro la violenza maschile sulle donne e la violenza di genere.
APPUNTAMENTO:
Sabato 28 Novembre in Piazza della Borsa alle ore 16:00
Flash mob: ” Un violador en tu camino”.
microfono aperto, porta in piazza la tua esperienza che hai voglia di condividere.
VIDEO TUTORIAL FLASH MOB:
Scrivici in privato a nudmtrieste@gmail.com o scarica dal nostro blog il video tutorial e il testo del flash mob e vieni con noi in piazza sabato!
https://nudmtrieste.noblogs.org/materiali-da-scaricare/
Poteremo dei gessetti per segnare sulla piazza il posto di ognuna durante il flash mob.
*** Al solito ci raccomandiamo l’uso della mascherina e il distanziamento fisico ***
Di seguito il comunicato dell’IFA a sostegno del movimento anarchico bielorusso.
In fondo il link per raccogliere fondi a loro sostegno.
La Commissione di Relazioni dell’Internazionale di Federazioni Anarchiche (CRIFA) esprime sostegno e la propria solidarietà internazionalista alle lotte contro la dittatura di Alexander Lukashenko della popolazione in Bielorussia, un movimento di massa a cui partecipano i nostri compagni e le nostre compagne anarchic@. La situazione in Bielorussia è conseguenza della dittatura autocratica che dura da 26 anni, dell’attuale crisi economica, sanitaria e dei servizi pubblici. Un’ondata di proteste ha riempito le piazze del Paese per chiedere il ritiro del dittatore.
In quanto anarchic@, non ci appassiona il dibattito sull’equità o meno delle ultime elezioni presidenziali. È semplicemente chiaro che le persone in Bielorussia stanno dicendo “abbastanza è abbastanza”: non vogliono più un governo che li uccida di fame, li picchi e li opprima.
Anche quest’anno abbiamo voluto festeggiare a modo nostro l’infausta festa nazionale delle forze armate. Abbiamo affisso vari cartelli in varie zone della città di forte passaggio o di carattere simbolico come il parco della rimembranza (luogo dove più sono concentrati monumenti di esaltazione delle guerre). Come sempre pensiamo che ogni occasione sia utile per portare in piazza le nostre posizioni radicalmente antimilitariste e antistatali ma è in date come questa che assumono un significato ancora più dirompente e infatti varie sono state le iniziative anche altre città portate avanti dagli anarchici e dalle anarchiche. In questa situazione di emergenza sanitaria la critica e l’azione antimilitarista divengono ancora più urgenti di fronte alla sempre più pervasiva e capillare militarizzazione delle città e alla sempre più forte spesa militare di fronte ad un disastro sanitario di fronte agli occhi di tutt*. Smantelliamo le basi militari e le fabbriche di morte! Spezziamo le ali al militarismo!
Gruppo Anarchico Germinal
Di seguito le altre foto
Partiamo da una constatazione: da decenni la Questura di Trieste si era contraddistinta, rispetto ad altre città, per una gestione poco muscolare dell’ordine pubblico: la repressione contro i movimenti sociali era affidata in primis a tonnellate di denunce e multe e solo raramente ai manganelli. Quello che è successo in Piazza Libertà segna un cambio di passo di cui prendere atto.
La manifestazione di sabato 24 ottobre di “Son Giusto” era una chiara provocazione, lo sapevano i promotori e lo sapeva la polizia. Non si può chiamare altrimenti un presidio indetto nella piazza dove ogni giorno i migranti reduci dalla rotta balcanica vengono soccorsi e aiutati – in modo completamente autogestito e autofinanziato, altro che finanziati da Soros – dalle associazioni Linea d’Ombra e Strada Si.cura. Era ovvia una reazione da parte delle antirazziste e degli antirazzisti in solidarietà ai migranti e a chi li aiuta.
Quello che nessun* si aspettava era una gestione della piazza così demenziale e al contempo così violenta da parte della Questura. E’ chiaro che l’ordine di far parlare i razzisti nel centro della piazza è arrivato dall’alto e che andava eseguito ad ogni costo. Ed è così che ripetute cariche hanno ferito compagne e compagni, mentre vari partecipanti che facevano resistenza passiva sono stati trascinati via con violenza.
Sia chiaro che non diciamo questo per chiedere le dimissioni di questo o quell’altro esponente della Questura, né per invocare una “miglior gestione” dell’ordine pubblico, che non è altro che l’infame ordine di questa società basata sullo sfruttamento e sul dominio.
Diciamo tutto questo perché sia chiaro a chi non c’era in piazza sabato qual è stata la dinamica dei fatti.
Nonostante le botte, la determinazione di quanti erano spontaneamente presenti in piazza ha fatto sì che la manifestazione xenofoba si riducesse a poche decine di squadristi protetti dall’antisommossa. I neofascisti parlavano a loro stessi mentre tutt’attorno la rabbia degli antirazzisti e delle antirazziste, rimaste attorno alla piazza, si faceva sentire con forza. Nei loro discorsi i camerati non si sono fatti mancare nulla: omofobia, antisemitismo, attacchi alla libertà delle donne, negazionismo sul covid e proclami di guerra razziale hanno fatto cadere ogni velo sulla presunta “apoliticità” dell’iniziativa.
Di fronte a una crisi sociale sempre più devastante, purtroppo questi rivoltanti slogan attecchiscono in una parte della popolazione. Per questo il compito dei movimenti antirazzisti non è solo quello di contrastare nelle piazze i gruppi xenofobi, ma è soprattutto quello di costruire un’alternativa radicale che sappia concretizzare in senso solidale e autogestionario la rabbia sempre più diffusa nelle classi popolari.
Piena solidarietà ai compagni e alle compagne ferit*.
Gruppo Anarchico Germinal