Riceviamo e pubblichiamo!
A Trieste, caso raro in Italia, le strutture educative comunali sono molte: oltre a diversi asili nido e scuole dell’infanzia (queste ultime soddisfano la quasi totalità della richiesta da parte delle famiglie), vi sono i ricreatori, che accolgono un’utenza fra i 6 e i 16 anni e fungono da dopo-scuola e spazi gioco. In tutte queste strutture operano circa 800 lavoratori, fra educatori e ausiliari, di cui più di 150 precari.
Ad agosto, in maniera rapida e unilaterale, sono stati esternalizzati i servizi degli ausiliari in due scuole dell’infanzia: una precisa scelta politica da parte della giunta guidata dal sindaco Dipiazza, che in campagna elettorale aveva sbandierato la difesa della gestione diretta e la volontà di assumere i precari.
La realtà è totalmente diversa: da una parte si procede a privatizzare sempre più pezzi del comparto educativo del Comune, dall’altra si chiude ogni spiraglio alla stabilizzazione del personale precario.
Per questo motivo le lavoratrici e i lavoratori sono scesi in mobilitazione.






