h.8.45 Campo San Giacomo
Quest’anno saremo presenti in corteo all’interno di questo spezzone. A breve maggiori dettagli.
Per un primo maggio di lotta contro precarietà e sfruttamento per la dignità sul lavoro e la giustizia sociale.
Da troppi anni il Primo Maggio è diventato la rappresentazione vuota di un modello di rappresentanza che non risponde più alle esigenze dei lavoratori; un modello che ingabbia la conflittualità anche laddove le condizioni attuali del lavoro e della vita imporrebbero un
superamento di certi vincoli e ritualità.
ANALIZZARE OGGI IL MONDO DEL LAVORO: PRECARIETÀ DILAGANTE E ZERO TUTELE
Il lavoro si è trasformato, diventando sempre più “precario” e spesso informale. Le condizioni di lavoro, di sicurezza e di reddito sono peggiorate drammaticamente, producendo nuovi soggetti esclusi da ogni genere di tutela sia lavorativa che sociale e privati quindi della stessa dignità.
La precarietà è anche disgregazione sociale, limitazione della capacità di aggregarsi dei soggetti, condividere percorsi comuni, costruire assieme spazi di futuro. Le varie riforme che si sono susseguite, dal “pacchetto Treu” passando dalla “legge Biagi”, l’aumento dell’età pensionabile, fino al JobsAct ed alla messa in discussione degli ammortizzatori sociali sono il prodotto delle politiche di concertazione degli ultimi decenni, delle recenti
compatibilità europeiste e delle retoriche sulla flessibilità le cui nefaste conseguenze oggi sono toccate con mano da tutti.
COSTRUIRE DAL BASSO UNA CONVERGENZA DELLE LOTTE
A questa regressione delle tutele normative e contrattuali del lavoro e all’affinamento degli strumenti di sfruttamento, deve corrispondere una profonda riflessione sulle rinnovate condizioni di vita e di lavoro odierne. Una riflessione che consenta di intraprendere nuovi percorsi di emancipazione, di formazione e di lotta, trovando in questo nuovo orizzonte forme di risposta concreta ai bisogni di tutti quei soggetti che oggi sono coinvolti dalla cancellazione di tutele e diritti.
Nell’orizzonte di disgregazione che ci troviamo a vivere, non possiamo rinunciare a riconnettere soggetti e pratiche del conflitto: trovare cioè i punti di convergenza per rilanciare un progetto che contrasti lo sfruttamento e rivendichi spazi di reddito e diritti.
Il primo maggio può essere un’occasione per ricostruire una presenza sociale dentro e fuori il mondo del lavoro, in rottura con la parata di subalternità organizzata dai sindacati confederali, per riconoscere di nuovo la rabbia, la gioia, la solidarietà della lotta. Tutto questo dovrà portare in piazza il nostro spezzone sociale del primo maggio, trasformando una sfilata vuota e pigra in una giornata determinata dalla resistenza in tutte le sue forme.
Assemblea cittadina contro precarietà e sfruttamento