Comunicati di Nonunadimeno di Trieste

Riportiamo di seguito due comunicati appena usciti da parte di Nonunadimeno di Trieste.

SULLO STUPRO IN STAZIONE 

Come movimento femminista, siamo solidali con la ragazza che ha subito un’aggressione sessuale la sera del 9 maggio presso la stazione ferroviaria di Trieste.

Lo stupro è da sempre un’ arma vile di sopraffazione e disciplinamento usata da chi si ritiene legittimato perché in una posizione di forza e dominio e purtroppo lo ritroviamo in tutti i contesti storici e non ha confini né geografici né domestico/familiari.

Nessuna donna cerca, “merita” o dovrebbe mai aspettarsi una violenza sessuata. A dispetto di questa ovvietà, non mancano mai i cori di chi vorrebbe attribuire la responsabilità di quanto subito a chi ne è stata vittima, di chi è pronto-o pronta-a condannare il “comportamento irresponsabile”, di chi dice che, in fondo, “te la sei cercata”.

La violenza sessuale è un atto odioso e ripugnante sempre. Ci chiediamo allora perché tanto affanno, da parte anche di cariche politiche importanti in Regione, a cercare aggravanti ulteriori ad un fatto che, per sua stessa natura, non può averne alcuna. Non è accettabile che si possa pensare ad una graduatoria di gravità di stupro perché non è accettabile assolutamente nessuno stupro.

Nonunadimeno – Trieste

 

SUL FESTIVAL MESTIZAJE

In questi giorni, tra l’11 e il 13 maggio, si svolge presso l’Units il festival Mestizaje, organizzato dal Collettivo UP-Attivismo Critico con la collaborazione del Tavolo Educazione di Nonunadimeno Trieste.

In particolare, la giornata di giovedì 11 prevede un dibattito su femminismi e migrazioni, con testimonianze di donne immigrate e professioniste. Purtroppo però, grazie all’interessamento del Magnifico Rettore, non tutte le iniziative si svolgeranno come programmato.

Il Rettore Fermeglia infatti, non limitandosi a negare gli spazi per lo svolgimento dell’intero festival, si è premurato di ostacolare direttamente l’organizzazione dello stesso.

Non è la prima volta che il Rettore agisce in questo senso: lo stesso infatti è avvenuto a ridosso dell’8 Marzo, quando, analogamente, fece pressione su alcune Professoresse, cercando di boicottare le iniziative organizzate da Nonunadimeno in Università per lo sciopero internazionale contro le violenze sulle donne e di genere. A dispetto del tentativo, le lezioni aperte si svolsero ugualmente, riscuotendo l’interesse di studentesse e studenti, poi confluit* nella manifestazione cittadina, che ha visto migliaia di persone sfilare in città.

Siamo francamente colpit* dall’impegno speso da Fermeglia per rendere così difficili dei momenti di approfondimento e conoscenza in un luogo, l’Università, che crediamo quanto mai idoneo. Non possiamo non chiederci, inoltre, il perché di tanta fatica spesa per opporsi ad occasioni di riflessione critica nei confronti di un fenomeno tanto grave quanto onnipresente quale la discriminazione verso le donne.

Ci rifiutiamo di fare fin troppo facili illazioni in questo senso, ma resta aperta la domanda: perché? Perché mai l’università di Trieste non può essere spazio anche per attività autogestite da studentesse e studenti?

Perché dobbiamo essere costrett* a ricavarci quegli spazi che la stessa struttura accademica dovrebbe essere ben lieta di offrire? Ma soprattutto, perché realtà  di base, com’è Nonunadimeno, composta da studenti e studentesse, insegnanti, lavoratrici, lavoratori e cittadini e cittadine di Trieste non possono parlare all’Università di femminismo, studi di genere e violenza nei confronti delle donne, senza vedersi ostacolare dal Magnifico Rettore?

Potrà ancora essere questa Università, con i suoi spazi e le sue ricchezze, luogo di confronto e di scambio, oltre l’accademismo e l’ufficialità? Può ancora essere una risorsa per chi la vive e per la cittadinanza tutta? Noi crediamo di sì e speriamo davvero che in futuro anche gli organi universitari vogliano condividere la nostra speranza.

Nonunadimeno Trieste

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