Alcune immagini del nostro 1° maggio anarchico a Trieste. Compagne e compagni hanno attraversato strade e piazze in vari punti della città con cartelli e striscioni. Sono stati messi dei fiori e dei cartelli in alcuni punti particolari della storia proletaria di Trieste: dalla targa in p.unità che ricorda la promulgazione delle leggi razziali fasciste alla targa in piazza borsa che ricorda i lavoratori uccisi durante lo sciopero generale del 1902. Da p.puecher (dove negli anni cinquanta si tenevano i comizi anarchici per il primo maggio) a campo san giacomo. Decine e decine le copie del nuovo Germinal diffuse nelle strade. La sede del Germinal è rimasta presidiata (ovviamente con tutte le precauzione sanitarie del caso) tutta la mattina per la diffusione di libri e stampa anarchica. In p.della Borsa polizia e digos hanno fermato, trattenuto per oltre un’ora e infine multato cinque compagni e compagne del nostro gruppo. Tutte le iniziative sono state effettuate in sicurezza per noi e per il resto delle persone in quanto riteniamo la salute pubblica un bene essenziale. Allo stesso tempo non siamo disposti/e a farci tappare la bocca. Tanto meno il primo maggio.
Il nostro 1° maggio
1° maggio in giro per la città
1° MAGGIO
Venerdì sarà il 1° maggio: invitiamo tutte e tutti a scendere in strada per la propria passeggiata, dalle ore 11, con un cartello o un altro messaggio visibile: vogliamo riprenderci lo spazio fisico, riconoscerci seppur distanziati e rompere l’isolamento del virtuale.
L’emergenza e la crisi che stiamo attraversando hanno reso ancora più evidenti le profonde ingiustizie di una società in cui il 5% più ricco della popolazione possiede quanto il 90% più povero (in pratica, hanno più soldi di tutti noi messi assieme). I soldi ci sono.
LA NOSTRA SALUTE VIENE PRIMA DEI LORO PROFITTI: esigiamo sicurezza sul lavoro e reali tutele sanitarie.
BASTA CON LE PRIVATIZZAZIONI: pretendiamo servizi sociali e sanitari territoriali gratuiti e per tutt*.
NON SIAMO TUTT* SULLA STESSA BARCA, CHE LA CRISI LA PAGHINO I RICCHI: vogliamo salari dignitosi e un reddito di quarantena per chi è a casa, si trovino i soldi tassando i grandi patrimoni.
RISPETTIAMO I DIRITTI DI BAMBIN* E RAGAZZ*: per un reale diritto all’istruzione vogliamo investimenti e soluzioni, non scaricabarile sulle famiglie e sulle donne
BASTA CON L’ARBITRIO DELLE FORZE DELL’ORDINE: no alla colpevolizzazione dei comportamenti individuali e dei movimenti sociali e solidali
Invitiamo chi vuole e può a passare a lasciare una testimonianza in Campo San Giacomo, luogo storico di partenza del corteo del Primo Maggio.
Rete triestina per il 1°maggio 2020
25 aprile
Anche compagne e compagni del Germinal hanno contribuito alle iniziative diffuse che si sono svolte oggi in città. Qui foto da San Giacomo, via Ghega, via Filzi e Muggia. Altre foto sulla pagina Fbook di Trieste Antifascista. Qui invece altri report della giornata in giro per lo stivale.
#nonrestiamoinsilenzio
La sede di via del Bosco è chiusa ma l’attività del Germinal non si ferma! #nonrestiamoinsilenzio
Cpr di Gradisca, a tre mesi dalla morte di Vakhtang
Sono passati tre mesi dall’omicidio di Vakhtang all’interno del CPR, e sulla sua fine è calato il silenzio.
La procura di Gorizia ha aperto un’indagine per omicidio, i termini per il deposito dell’esito dell’autopsia sono scaduti da settimane. Eppure, nulla si sa sul risultato degli accertamenti e nel frattempo il corpo è stato rimpatriato.
Come abbiamo già detto, a pochi giorni dalla morte, la maggior parte dei detenuti testimoni del pestaggio mortale furono deportati nei loro Paesi d’origine e con una violenta operazione, definita “bonifica”, i telefoni dei reclusi furono sequestrati impedendo i contatti con l’esterno per molti giorni.
In seguito e con fretta, sono state rese pubbliche delle dichiarazioni rilasciate dai medici legali il giorno stesso dell’autopsia, che imputavano la morte a un edema polmonare, escludendo implicitamente il decesso a seguito del pestaggio. I risultati dell’autopsia, invece, non sono mai stati resi noti.
Evidente è il tentativo di “mettere sotto il tappeto” quanto avvenuto e far dimenticare Vakhtang e la morte in seguito a un pestaggio. Altrettanto chiara è l’operazione politica condotta per cercare di mettere a tacere chi lotta per lo smantellamento di questo lager.
COMUNICATO DALLA FABBRICA GRECA AUTOGESTITA VIO.ME
Riportiamo le ultime novità da questa realtà greca che da sempre sosteniamo diffondendo i loro saponi.
I vampiri del potere che agiscono nell’oscurità sono riusciti a trovare il momento giusto per staccare l’energia elettrica alla nostra fabbrica, alle 6 e mezza del mattino del 30/3/20. Avevano la gru pronta e con il supporto di due furgoni dell’antisommossa, il che sottintende un mandato politico, si sono comportati come i governi degli anni ’50, che giustiziavano i militanti nell’oscurità affinché la gente non reagisse. Denunciamo inoltre anche i “colleghi” della PPC (ΔΕΗ), la più grande società di energia elettrica in Grecia, che hanno collaborato in quanto esecutori.
Pretendiamo il riallaccio IMMEDIATO della corrente.
E ciò accade proprio nel bel mezzo del processo in atto con il Ministero del Lavoro per legalizzare del tutto la fabbrica. E anche se sanno che produciamo prodotti per l’igiene personale e della casa, che sono beni di prima necessità per la società.
Le lavoratrici e i lavoratori della Σ.Ε.ΒΙΟ.ΜΕ
http://www.viome.org/2020/04/ripristino-immediato-del-potere-su-viome.html
petizione online:
Campagna #nonrestiamoinsilenzio
Di fronte all’impossibilità materiale di svolgere qualsiasi tipo di mobilitazione in strada e non volendo limitarci a diffondere materiali informativi tramite internet lanciamo questa proposta di campagna pubblica a cui chiunque può aderire.
L’idea è di esporre su tutti i nostri balconi o finestre striscioni o cartelli con slogan semplici di denuncia sulla situazione attuale.
Pensiamo che una (sicuramente non l’unica) delle denunce principali da fare in questo periodo sia la questione delle spese militari (non messe in discussione da nessuno, vedi ad esempio tutte le fabbriche di morte che restano aperte) di fronte all’evidente necessità di massicci investimenti nella sanità.
Per cui testi del tipo “no spese militari- sì cure e ospedali” oppure “meno militari più sanità”.
Ovviamente chiunque può sbizzarrirsi con la propria fantasia.
Le foto degli striscioni saranno caricate sui social tramite l’evento:
https://www.facebook.com/events/235179171220938/
Se non volete caricare le foto voi sull’evento e lo preferite potete inviarcele via messaggio in privato o inviarle a
gruppoanarchicogerminal@hotmail.com
e le pubblicheremo noi.
Gruppo Anarchico Germinal
Contro la guerra, il fascismo, il nazionalismo e il razzismo. Solidarietà con rifugiati e immigrati
Siamo nel bel mezzo di un’enorme crisi umanitaria e di una crisi sociale senza precedenti, dal momento che la diffusione della pandemia globale sta rivelando nel modo più evidente la natura criminale dello Stato e
del capitalismo.
Da un lato, la gran parte della società si trova ad
affrontare nuove e ancora più dure forme di sfruttamento e repressione.
Dall’altro lato, lo Stato sta difendendo il suo potere e l’accumulazione
di ricchezza nelle mani dei padroni, espandendo lo stato di emergenza e
privando la società delle risorse necessarie per far fronte a questo
disastro.
In questa condizione, migliaia di immigrati e rifugiati sono
ammassati in campi di concentramento in condizioni di vita terribili,
senza alcun mezzo disponibile per proteggersi dalla pandemia.
L’imposizione a queste persone dello stato di eccezione porta al loro
sterminio. È un crimine capitalista e di Stato.
SCIOPERO DELLA FAME E CORONAVIRUS ALL’INTERNO DEL CPR DI GRADISCA
ATTENZIONE: VIDEO-TESTIMONIANZA CON CONTENUTI ESPLICITI. ECCO COSA SUCCEDE NEL CPR DI GRADISCA. CHIUDERE TUTTI I CPR SUBITO!
Ieri, giovedì 26 marzo 2020, proseguiva lo sciopero della fame all’interno del CPR di Gradisca.
I detenuti sono venuti a sapere del caso di coronavirus all’interno; molti sostengono di aver sentito dal personale che le persone infette sono due, e che uno di loro è rimasto assieme alle altre persone fino a ieri.
Ci dicono di non aver ricevuto alcun tipo di protezione, che sono spaventati e hanno paura che li stiano lasciando morire lì dentro; si dicono preoccupati per le loro compagne e famiglie lì fuori.
Ci hanno espresso anche la loro rabbia, perchè sanno che dovrebbero essere liberati ma che nessuno sta facendo niente, lasciandoli morire.
Ci hanno poi inviato i video che vi alleghiamo chiedendo di diffonderli per far sapere a tutte le persone cosa sono i CPR, e per chiedere di essere liberati da quel lager. I video, dalle immagini molto forti, riportano un detenuto in probabile crisi respiratoria o epilettica portato via da personale dotato di protezioni contro il virus , mentre tutt’attorno le persone detenute ne sono prive. Il video risale a ieri mattina. Ci dicono essere un ragazzo arrivato il giorno anteriore e rinchiuso in una cella da solo.
I detenuti ci chiedono di far circolare queste immagini e queste voci consci dei rischi che si assumono, confidando che la la diffusione di informazioni con l’esterno possa contribuire alla loro liberazione.
Solidarietà di quartiere
Questo testo può essere usato per fare solidarietà dal basso nel proprio condominio/quartiere (giriamo da Campo Libero)