E’ uscito il numero 133 di Germinal

Anche quest’anno in occasione del primo maggio (ma da qualche anno disponibile già dal 25 aprile) è uscito il nuovo numero di Germinal, giornale anarchico di Trieste, Isontino, Friuli, Veneto, Slovenia…

Potete trovarlo nella nostra sede di via del bosco 52a durante le aperture o le iniziative.

Per richieste e info: germinalredazione@gmail.com

Per vedere i numeri precedenti: germinalonline.org

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VIOLENZA QUEERFOBICA – oltre la vittima

Il 17 maggio 1990, l’OMS rimuoveva l’omosessualità dalla lista delle malattie mentali inserite nella classificazione internazionale.
Qualche anno dopo questa decisione, il 17 maggio diventava una data da celebrare in molte parti del Mondo: la “giornata internazionale contro l’omofobia, la bifobia, la transfobia”.
Di violenza agita nei confronti delle soggettività non conformi al sistema ciseteropatriarcale, sentiamo anche oggi il bisogno di parlare.
Vogliamo farlo, però, a partire da una critica sostanziale nei confronti dell’impostazione discorsiva tenuta da buona parte del dibattito pubblico, mettendo in discussione le origini e i fondamenti stessi della retorica dominante sulla questione. Quella retorica dominante che, da una parte, derubrica la violenza queerfobica a questione di ordine pubblico e di carceri, ignorando il ruolo svolto dal sistema in cui viviamo nella produzione di essa e invisibilizzando i corpi che ne sono oggetto, mentre, dall’altra, sostituisce questi stessi corpi con il feticcio della soggettività sempre inerme, inevitabilmente incapace di autodeterminarsi e di reagire all’oppressione.
“Violenza queerfobica – oltre la vittima” sarà, dunque, la prima tappa teorica nel percorso che ci condurrà alla Smarza Pride del 24 giugno: una discussione orizzontale in cui, a partire dal racconto delle esperienze vissute da alcunə compagnə, cercheremo di indagare collettivamente questi temi e di immaginare assieme possibili strategie di azione.
Ci vediamo a San Giusto, a partire dalle ore 19! (in caso di maltempo in via del bosco 52a @germinal)
Smarza Pride
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Giù le mani dall’ex-Pavan!

Rilanciamo chiamando alla partecipazione alla manifestazione indetta dal Comitato “Insieme per San Giacomo” contro la svendita ai privati da parte del comune dell’ex bocciofila in via Frausin. Anche la rete di quartiere “Campo Libero” di cui facciamo parte sarà presente.

Sabato 13 maggio h.11 in via Frausin 7

Di seguito il volantino che sarà diffuso da Campo Libero

 

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Rotte diverse Simili speranze

Abeo (Bren López Zepeda, 2018, 7 min) è un potente cortometraggio animato sulla forza e il coraggio degli immigrati che
attraversano gli Stati Uniti per trovare una vita migliore. Il film racconta il viaggio di Nadia e Lupe, due immigrati che hanno rischiato la vita per attraversare il deserto dell’Arizona alla ricerca di una vita migliore. La combinazione di stop-motion, animazione digitale tradizionale 2D e tecniche di animazione diretta dà vita alla realtà dei personaggi. È possibile vedere il trailer qui: https://cinemapolitica.vhx.tv/…/abeo/videos/abeo-trailer
⭕ Umar (Francesco Cibati, 2021, 15 minuti) racconta la storia di Umar, 24 anni, arrivato a Trieste a piedi dal Pakistan dopo un terribile viaggio di 5 anni. Ha assistito alla morte del suo migliore amico, è stato torturato dalla polizia croata, ha rischiato l’amputazione della gamba e alla fine è stato salvato da Lorena. Lorena è la presidente di Linea d’Ombra, un’associazione che accoglie i migranti che arrivano in Italia dalla rotta balcanica e che rappresenta un nuovo inizio per Umar.
Dopo le proiezioni, ci sarà un dibattio in diretta con i registi Bren e Francesco, moderata da Fredy Mora Gamez, che lavora all’Università di Vienna (Austria), dove si occupa di studi scientifici e tecnologici e di studi critici sulle migrazioni e sui confini.

 

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Il nostro primo maggio

Anche quest’anno abbiamo voluto essere presenti in maniera visibile e caratterizzata al corteo del primo maggio con striscione, bandiere, diffusione del nuovo Germinal e volantinaggio. Abbiamo scelto di aderire allo spezzone sociale promosso dal collettivo Burjana e abbiamo perciò concluso la manifestazione nel piazzale dell’ex tripcovich dove abbiamo allestito il banchetto coi libri. E’ stato un corteo caratterizzato da una massiccia e invasiva presenza delle forze del disordine che hanno letteralmente spezzato in due il corteo. Un ennesimo segnale (a pochi giorni dai fatti del 25 aprile) dell’innalzamento della repressione in città a cui occorre rispondere.

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Presentazione della Balkan Anarchist Bookfair

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Primo maggio in piazza per la libertà di manifestare: i nostri appuntamenti

Anche quest’anno saremo in corteo il primo maggio con un nostro spezzone.

Visti i gravi fatti del 25 aprile e in generale il clima di crescente repressione e ostacoli alla libertà di manifestare sfileremo con lo striscione “BASTA DIVIETI! LIBERTA’ DI MANIFESTARE” perché, come abbiamo scritto nel nostro volantone diffuso il 25 aprile, crediamo che questa sia una questione cruciale.

Inoltre, in solidarietà al collettivo Burjana, oggetto in questi mesi di una campagna di criminalizzazione e isolamento da parte della questura, anche noi concluderemo il corteo con loro in piazza Libertà dove ci sarà una festa. Contemporaneamente alcun* compagn* saranno anche in piazza Unità alla fine del corteo ufficiale a diffondere il nuovo numero di Germinal.

Nel pomeriggio invece andremo a Monfalcone, dove dalle 14 in piazzetta Esposti Amianto a Panzano ci sarà la festa del primo maggio organizzata dal Caffè Esperanto e dall’Associazione Esposti Amianto. Qui trovate tutte le info.

Ci vediamo alle h.9 in campo san giacomo per il corteo

Gruppo Anarchico Germinal

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Alpino molesto se mi tocchi ti calpesto

Anche quest’anno ci sarà l’adunata degli Alpini, che si terrà a Udine dall’11 al 14 maggio. Dopo l’ennesima esperienza violenta, lo scorso anno a Rimini – grazie anche al nodo locale di Non una di meno – sono state raccolte centinaia di testimonianze di molestie, l’Associazione Nazionale Alpini pensa di potersi ripulire l’immagine pubblicando un manifesto ed un manuale di consapevolezza contro le molestie, scritto da due donne. Ancora una volta alle donne spetta il compito di dover educare gli uomini indorando la pillola. Come Non una di meno Trieste vogliamo riscrivere questo manuale con le nostre parole, parole di donne che le molestie le vivono tutti i giorni e per tutta la vita, e ribaltare la retorica delle povere donne da proteggere, delle donne che non si toccano neanche con un fiore.

Martedì 2 maggio ci troveremo per scrivere un nostro manifesto contro le molestie da diffondere per urlare tutta la nostra rabbia e determinazione contro le molestie e la violenza maschilista e militarista.

APPUNTAMENTO MARTEDì 2 ALLE 20.00 IN VIA DEL BOSCO 52/a. Porta la tua storia, la tua rabbia, la tua ironia e creatività.

Nonunadimeno-Trieste

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IL 25 APRILE, UN CORTEO ANTIFASCISTA E UN PALLONE

Di questi tempi sembrerebbe che nulla possa più stupirci in tema di repressione da parte degli apparati statali, ma quello che è successo la mattina del 25 aprile a Trieste è andato oltre le distopie più fantasiose.
Partiamo dall’inizio: due settimane fa il collettivo Burjana lancia un corteo antifascista che da campo San Giacomo avrebbe dovuto arrivare fin davanti la Risiera di San Sabba, luogo dove da sempre si ritrovano gli antifascisti e le antifasciste di ogni tendenza, anche coloro che – come noi e molt* altr* – disertano la triste e rituale cerimonia istituzionale. Pochi giorni fa la Questura vieta in toto la manifestazione. Il motivo è che il corteo sarebbe arrivato davanti la Risiera e quindi per “salvaguardare” la cerimonia ufficiale andava vietato. Non deviato, spostato o ritardato…vietato in toto, alla faccia della libertà di manifestare.
Per paura di chissà cosa – motivi di “safety and security” recitano le carte ufficiali – si decreta che un gruppo di antifascist* non può accedere ad uno dei luoghi simbolo della tragedia nazifascista nel giorno della Liberazione. Avanguardia pura.

Nonostante l’assurdo schieramento delle forze del disordine presenti in campo San Giacomo fin dalla prima mattina, un centinaio di persone decide comunque di partire per raggiungere come previsto la Risiera, camminando sui marciapiedi per non dare il pretesto alla Digos di far partire altre denunce e multe. Qui avviene il primo siparietto surreale: antifascisti e antifasciste che camminano sul marciapiede e polizia e carabinieri che chiudono le strade in assetto antisommossa, causando un bell’ingorgo del traffico. Arrivati nei pressi della Risiera, antifascisti e antifasciste vengono confinat* in una via laterale, con la polizia che non solo chiude tutta via Valmaura, ma blinda l’accesso davanti alla Risiera con le camionette, limitando l’accesso anche alla cerimonia ufficiale e deviando le persone in arrivo sugli accessi sul retro fino a bloccarli del tutto per “raggiunta capienza”. Un intero quartiere paralizzato per impedire che un corteo antifascista manifestasse il 25 aprile. Questa situazione di stallo va avanti per oltre un’ora, con un numero sempre maggiore di solidali che si ferma di fronte ai cordoni della celere: cori, canti, slogan e sfottò per una gestione della piazza sempre più grottesca e ridicola.

Ad un certo punto spunta l’arma segreta dell’antifascismo militante: un pallone giallo!

Inizia così il primo torneo di pallavolo antifascista della nostra città. Ai due lati del cordone poliziesco l’agonismo è al massimo. Alla fine il punteggio è impietoso e decreta la strabordante vittoria dei compagni e delle compagne rispetto alla compagine poliziesca. Questa bruciante sconfitta non viene presa sportivamente da polizia, carabinieri e guardia di finanza, che prima sequestrano il pallone e poi elargiscono un po’ di manganellate a caso. Alla fine la situazione si sblocca e una Digos al limite dell’esaurimento nervoso finalmente fa rimuovere i cordoni e si riesce ad arrivare davanti alla Risiera.

Questa giornata allucinante, che per fortuna ha visto il sangue freddo e l’ironia prevalere sulle provocazioni sbirresche, segna un ulteriore innalzamento delle restrizioni a manifestare nella nostra città. È problema collettivo sempre più urgente, che va affrontato da tutte le componenti di movimento, sia da chi come noi lotta per una trasformazione sociale radicale, sia da chi crede ancora nello stato di diritto e nella democrazia. L’arroganza della Questura nel limitare, se non proibire, con scuse sempre più assurde, la libertà di manifestare a Trieste va denunciata con forza, trovando i modi di affrontarla, ridicolizzarla e respingerla. Quello che è successo oggi non deve più ripetersi.
Sarà un pallone che vi seppellirà!

Gruppo Anarchico Germinal

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REPRESSIONE, CARCERE, LIBERTÀ DI MANIFESTARE QUALCHE RIFLESSIONE PER IL DIBATTITO

Negli ultimi mesi abbiamo assistito ad un incremento della repressione statale e poliziesca, nel nome di una fantomatica sicurezza pubblica, sempre più improntata individualisticamente all’isolamento sociale. A Trieste, dopo la stagione pandemica, è diventato sempre più difficile manifestare nelle vie centrali; qualsiasi azione collettiva viene respinta dal salotto buono per essere relegata alle strade e piazze lontane dagli occhi dei turisti, ultimi destinatari della città.

Dissenso e voci contrarie vengono sistematicamente criminalizzate attraverso l’uso di misure giudiziarie pesantissime.

Viene applicato sempre più spesso quello che molti studiosi e attivisti definiscono “diritto penale del nemico”: il costituirsi de facto di un corpus giuridico riservato al “nemico interno” – migranti, marginali, oppositori politici – soggetti che, così come il soldato nemico in tempo di guerra, rappresentano l’“Altro radicale”, colui che è irrimediabilmente al di fuori del consesso civile e delle regole democratiche.

Ritornano in auge istituti giuridici mai abbandonati: dal reato di devastazione e saccheggio all’avviso orale, fino ai fogli di via che si affiancano a nuove misure repressive come il Daspo urbano.

Allo stesso modo, gli strumenti del 41bis e dell’ergastolo ostativo, legati nella retorica al periodo emergenziale della lotta alla mafia e delle stragi di Capaci e di via d’Amelio, sono tutt’ora molto vivi e presenti nel nostro ordinamento e usati sperimentalmente nei confronti di persone che nulla hanno a che fare con la mafia, per ultimo Alfredo Cospito.

Il 41bis è un regime pensato come una misura emergenziale, ed emergenziali sono state le norme con cui hanno cominciato a proibire le manifestazioni nel centro città. Riteniamo che sia essenziale non cadere nel gioco in cui cercano di buttarci, spintə dall’urgenza di fare qualcosa, regalando un pretesto per alzare il livello di repressione: se l’emergenzialismo è il loro modo di agire, noi possiamo porci in un’ottica di solidarietà e collaborazione collettiva, contro chi ci isola e ci reprime.

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