La Murga si presenta!

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Assemblea post 24/25 novembre di Nonunadimeno

Chi ha partecipato alle giornate del 24 e 25 novembre, sa che sono stati due giorni incredibili: la rabbia e la sofferenza che sentiamo tutt* fortissimo alla notizia di ogni femminicidio sono diventate una potenza creativa. Abbiamo fatto insieme una cosa che non si vedeva da molto tempo in questa città. Una cosa semplicissima e allo stesso tempo apparentemente impossibile: dire quello che vogliamo dire e farci sentire. Chi è passata per il Consultorio aperto di via San Marco ha sentito tutta l’energia dello stare insieme in un posto fuori dalla logica del mercato e dello stare insieme lottando per qualcosa di giusto. È stato bello poter avere, anche solo per due giorni, un luogo di collettività, aperto, di tutte, senza padroni e dirigenze, senza regole che non fossero quelle che sceglievamo insieme in assemblea. È stato bello e potente riversarsi tutte assieme nelle strade della città, scoprire che siamo tantissime, che siamo capaci di muovere maree, che siamo capaci di prenderci quello che vogliamo se solo continuiamo a gridare tutte assieme e non ci lasciamo sole mai. La nostra rabbia ci protegge.
Ora non ci fermiamo, lottiamo davvero ogni giorno contro la violenza di genere, finché non saremo sicure di essere viv3 e liber3 non fermiamoci. Rimaniamo assieme perché siamo tutt3 indispensabili. Anche la lotta per tenere aperti i consultori non è finita e ogni persona che ha partecipato in questi due giorni furiosi è indispensabile.
Per questo vi invitiamo a partecipare a questa prima assemblea pubblica post 24/25 novembre: vogliamo che sia un’assemblea aperta a tutte le persone che hanno partecipato al Consultorio aperto e al corteo, che hanno sentito in quell’occasione il bisogno e il desiderio di mobilitarsi. Si riparte da qui: facciamolo insieme!

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CURA E SALUTE: QUESTIONE DI TUTT3-assemblea e manifestazione

MERCOLEDÌ 29/11 h19:30 @ Germinal (via del bosco, 52/A)!
Continuiamo con le assemblee per la costruzione di un primo dicembre sierocoinvolto! Verso una giornata di lotta all’HIV e AIDS che possa essere un’occasione di controinformazione, critica e mobilitazione per una sanità più accessibile, consapevole, che metta al centro le soggettività al margine!

Smarza Pride

La chiamata per il presidio in piazza Unità del 1 dicembre:

CURA E SALUTE: QUESTIONE DI TUTT3
Il 1° dicembre, giornata internazionale di lotta all’aids e all’hiv, torniamo in piazza per denunciare lo stigma, l’oscurantismo e la malainformazione che ne accompagnano la narrazione dominante, per pretendere cure gratuite e universali, a partire dalle nostre soggettività, dai nostri corpi, bisogni, desideri.
Torniamo in piazza per ricordare che il virus dell’hiv continua a diffondersi, provocando la medicalizzazione cronica di intere fette della popolazione, e che l’aids è causa di morte – ogni anno – per centinaia di migliaia di persone nel mondo, per le quali le terapie restano ancora oggi inaccessibili.
Torniamo in piazza per ribadire che siamo tuttə sierocoinvoltə e che non rilevabile significa non trasmissibile, contrapponendo al silenzio e all’ignoranza, la necessità di fare controinformazione sullo stato attuale della pandemia e sui mezzi a nostra disposizione per contrastarla.

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Due giorni bellissimi!

Pubblichiamo con piacere il comunicato delle compagne di Nonunadimeno-Trieste di bilancio della due splendide giornate di lotta di venerdì e sabato scorso. Grazie compagne!

Venerdì 24 novembre, assieme al Comitato di partecipazione per i Consultori Familiari, siamo entrate nel consultorio di via San Marco a San Giacomo. L’abbiamo tenuto aperto fuori dall’orario di servizio per denunciare ancora una volta le intenzioni dell’Azienda sanitaria: dimezzare i consultori triestini chiudendo le sedi di San Giacomo e San Giovanni. Con la nostra azione, alla vigilia della Giornata internazionale contro la violenza maschile sulle donne e di genere, abbiamo ribadito che non vogliamo panchine rosse o simbolici minuti di silenzio; vogliamo servizi pubblici e gratuiti, presidi territoriali contro la violenza di genere, vogliamo Spazi giovani, educazione sessuale e all’affettività nelle scuole. I luoghi deputati a fare tutto questo esistono: si chiamano consultori. Noi vogliamo che siano rifinanziati, potenziati, aumentati, adeguati ai nostri bisogni e ai nostri desideri: vogliamo un consultorio per ogni rione.
Venerdì, dopo aver garantito la conclusione delle attività, abbiamo iniziato dentro al Consultorio di San Giacomo un’assemblea pubblica, mentre le dirigenti della struttura chiamavano le forze dell’ordine nel tentativo di silenziare ancora una volta il nostro dissenso. I genitori presenti insieme alle loro bimbe sono stati fatti uscire da un’uscita laterale, per evitare che entrassero in contatto con noi, cioè con le persone che stavano difendendo l’esistenza del loro consultorio di quartiere; molte mamme e papà sono passatə poi nel corso della serata e della mattina successiva a portarci la loro solidarietà e a ribadire la validità delle nostre istanze. Quanto alle persone che lavorano nei consultori, sappiamo bene che sono state invitate a non partecipare alla mobilitazione di questi mesi e a non interagire con i social media di Non una di meno. Ringraziamo chi, con poche parole, con un solo sguardo o con un sorriso, ci ha fatto capire di essere dalla nostra. Sappiamo inoltre che anche associazioni che collaborano in progettualità con Asugi sono state invitate, in questi mesi, a non esprimere il proprio dissenso sul taglio a questi servizi. Anche a loro va tutta la nostra solidarietà.

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Le guerre cominciano qui e noi dobbiamo fermarle qui!

Rilanciamo questa iniziativa contro il militarismo in Slovenia:
Le guerre cominciano qui e noi dobbiamo fermarle qui!
Ci uniamo all’appello anarchico per una settimana globale di azione contro la guerra dal 17 al 25 novembre 2023, che è stato formulato al raduno di St-Imier nel luglio di quest’anno. Nell’ambito di questo, abbiamo effettuato azioni comunicative davanti alla sede o alle strutture produttive di tre società [produttrici di armi] che operano a Lubiana. Basta con la produzione di armi!
Basta addestramento alla guerra!
No alla guerra, dateci la pace!
Stop al genocidio a Gaza!
Abolire le condizioni di guerra!
Popuda proti militarizmu (Iniziativa contro il militarismo)
25 novembre 2023
Sugli striscioni c’è scritto:
– La guerra non è una simulazione
– Spacciatori di violenza e morte – STOP
– La guerra inizia qui

Appello completo (in inglese): War-starts-here-25nov23

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Consultorio aperto in via S.Marco

Oggi 24 novembre, alla vigilia della Giornata internazionale contro la violenza di genere, un gruppo di mobilitazione collettiva, animato da Non una di meno Trieste e dal Comitato per i consultori familiari di Trieste e composto da persone che abitano la città, è entrato nel consultorio familiare di San Giacomo per tenerlo aperto oltre l’orario di chiusura del servizio con l’obiettivo di denunciare pubblicamente lo smantellamento delle sedi consultoriali di San Giacomo e San Giovanni.
Da diversi mesi ASUGI ha deciso di chiudere i consultori di San Giacomo e San Giovanni, due dei quattro attualmente presenti a Trieste, portando così il numero delle strutture gravemente al di sotto di quanto previsto dalla normativa, già oggi non soddisfatta.
Secondo la recente indagine dell’Istituto superiore di sanità (ISS), in FVG il numero di consultori è già oggi molto inferiore allo standard raccomandato e, nonostante le sedi disponibili presentino buone performances, la capacità attrattiva rispetto alla popolazione residente è molto inferiore rispetto all’atteso. Lo standard prevede infatti una sede consultoriale ogni 20.000 residenti (legge 34/96). Il FVG ne ha una ogni 47mila abitanti, la quarta regione peggiore dopo Molise, Provincia autonoma di Bolzano e Veneto. Trieste attualmente ne ha uno ogni 49 mila; con il dimezzamento ne avrà uno ogni 98mila. Inoltre, le sedi attive si trovano in carenza di personale: per ogni équipe multidisciplinare, mancano 25 ore settimanali di assistente sociale, 11 ore settimanali di ostetrica, 6 ore di ginecologa e una di psicologa (indagine ISS), e questi dati risalgono a prima dei recenti pensionamenti
A Trieste, il movimento contro la chiusura dei consultori è nato la scorsa primavera, con una serie di assemblee pubbliche e una manifestazione largamente partecipata in piazza Unità, ed è andato avanti attraverso alcune azioni di sensibilizzazione e il tentativo di entrare in dialogo con le istituzioni.
Tuttavia, la volontà espressa dalla mobilitazione è stata di fatto ignorata. ASUGI infatti, nonostante avesse assicurato che nulla sarebbe avvenuto senza condividerlo con la cittadinanza, prosegue nei suoi intenti, agendo in modo silenzioso e inesorabile: ad esempio, lo Spazio Giovani del Consultorio di San Giovanni, risulta “temporaneamente sospeso”.
A fronte di tutto questo, le persone radunatesi oggi in via San Marco hanno deciso di entrare dentro il consultorio e tenerlo simbolicamente aperto nell’orario di chiusura del servizio, per ribadire la centralità dei servizi di salute di prossimità nei quartieri, anche come strumento di prevenzione della violenza domestica. Le porte sono aperte per chiunque voglia entrare, e per domani 25 novembre, Giornata internazionale contro la violenza di genere, è prevista una serie di attività di incontro e cura collettiva.
A pochi giorni dall’uccisione di Giulia Cecchettin e di Rita Talamelli, che si aggiungono alla lista di 106 femminicidi nel solo 2023, è impensabile smantellare gli spazi di autodeterminazione e prevenzione, è impensabile definanziare i centri antiviolenza ed eliminare i progetti di educazione alla sessualità e all’affettività nelle scuole.
I consultori sono servizi socio-sanitari di prossimità, distribuiti su tutto il territorio nazionale, a tutela della salute delle donne, degli/delle adolescenti e della coppia e famiglia. Sono riconosciuti dalle grandi agenzie di salute pubblica internazionali, come OMS e UNICEF, come il modello principe di servizio territoriale per la promozione della salute. Lo stesso PNRR prevede il riordino e il potenziamento dell’assistenza territoriale, nella quale i Consultori Familiari giocano un ruolo strategico. I consultori non possono chiudere!

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TANTI POPOLI NESSUNO STATO NESSUN CONFINE

Lo stato israeliano da decenni pratica un feroce apartheid contro le popolazioni palestinesi e bombarda ciclicamente la Striscia di Gaza con inenarrabili massacri di civili inermi, distruzioni e disastri ambientali. Questi bombardamenti, che proseguono da un mese e mezzo con incredibile violenza, stanno rendendo invivibile un territorio dove abitano 2,2 milioni di esseri umani. Gaza è ridotta a un grande campo di sterminio per bambini (quasi la metà degli abitanti) e per adulti: senza acqua, senza luce, senza cibo e senza cure. I morti non si contano più. Quando si dice genocidio non è un’esagerazione!

Esso è supportato sia dall’Europa che dagli USA che cercano di moderare l’irruenza dello stato israeliano solo allo scopo di “contenere” il massacro entro i limiti funzionali ai propri interessi. Mentre nei progetti di Netanyahu è previsto l’esodo verso il deserto del Sinai degli abitanti di Gaza, in quelli di Biden è prevista la trasformazione di Gaza in una “riserva palestinese” con occupazione militare “internazionale”, cioè controllata dagli stessi USA. E, se pur marginale, non può essere taciuto il ruolo del governo italiano: dopo che il viceministro Cirielli aveva proposto di bloccare – proprio ora! – gli aiuti umanitari a Gaza, la Marina militare italiana ha inviato due sue navi davanti alle coste di Gaza in supporto allo schieramento navale da guerra degli USA, già presente in loco a sostegno di Israele. Del resto, da sempre i governi italiani, di destra e di sinistra, hanno collaborato militarmente con lo stato di Israele.

Non consideriamo “resistenza” l’azione militare di Hamas del 7 ottobre che ha massacrato centinaia di civili, israeliani e non, innocenti. Noi consideriamo Hamas (e le formazioni religiose sue alleate come la Jihad Islamica) per quello che è: una forza reazionaria, feudale, che nel suo statuto ha definito le rivoluzioni francese e russa come congiure ebraiche. Una forza che ha il sostegno di alcuni tra gli stati più reazionari del mondo: dalla petro-monarchia del Qatar, all’Iran degli Ayatollah che tortura le donne senza velo, alla Turchia di Erdogan che massacra il popolo curdo e cerca di soffocare l’esperienza rivoluzionaria della Rojava. D’altra parte, il governo Netanyahu utilizza lo spauracchio di Hamas per alimentare una spirale perversa quanto distruttiva, funzionale ai suoi piani di colonizzazione e pulizia etnica nei territori palestinesi.

Siamo a fianco delle popolazioni palestinesi, per la loro autodeterminazione, con una visione internazionalista, libertaria e federalista, contro tutti i muri, fili spinati e confini fra i popoli e fra gli esseri umani!

Sosteniamo tutte le forme di lotta popolare diretta palestinese, avendo come esempio, tra altri, la lotta che per oltre un decennio ha visto villaggi della Cisgiordania mobilitarsi quotidianamente con a fianco centinaia di giovani ribelli israeliani!

Sosteniamo e riteniamo molto importante il dissenso che si manifesta in Israele e siamo molto attenti a ciò che si muove nella società israeliana. Sosteniamo e riteniamo importanti i blocchi delle merci israeliane messi in atto dai portuali di Genova, Barcellona, Sidney e Belgio. Consideriamo di gran valore le mobilitazioni pro-palestinesi degli ebrei negli USA. Siamo attivi per il massimo allargamento possibile dell’area di solidarietà alle popolazioni palestinesi.

La proposta di un nuovo stato palestinese (dalle dimensioni più che ridotte e a chiazze di leopardo separate le une dalle altre), se apparentemente sembra un passo in avanti nella liberazione di un popolo oppresso e sfruttato, in realtà è una nuova gabbia che rafforzerà i sentimenti nazionalisti facendo perdere la consapevolezza degli interessi di classe e dell’importanza della lotta sociale contro i dominatori e gli sfruttatori di ogni tipo. Non esiste liberazione economica e sociale del proletariato al di fuori dalla sua autorganizzazione in classe; la sua cristallizzazione nelle comunità nazionali interclassiste è la tomba di ogni progetto di rivoluzione sociale.

Ma per rendere credibile questa impostazione occorre mobilitarsi per far cessare questa guerra, gli attacchi alla popolazione civile israeliana e palestinese, la situazione intollerabile nella quale si trovano i lavoratori, le donne, gli uomini, i bambini a Gaza e in Cisgiordania, affinché tacciano le armi, cessi il regime di occupazione militare israeliana, finisca il regime di apartheid, di oppressione e di emarginazione della popolazione araba, sconfiggendo nel contempo i rigurgiti antiebraici sempre dormienti e mai sopiti.

Crediamo che una soluzione federalista dal basso, fuori e contro i confini degli stati, possa spezzare la catena infernale della guerra, dell’odio etnico e religioso, degli imperialismi, delle vendette senza fine.

Gruppo Anarchico Germinal

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Nonunadimeno in piazza il 25 novembre

Anche questo 25 novembre, Giornata internazionale contro la violenza di genere, con più rabbia che mai e per l’ottavo anno consecutivo, Non Una di Meno chiama la marea in piazza.
La rabbia sale contro la violenza che evidentemente non è un fenomeno emergenziale, ma strutturale e in continuo aumento. Dall’inizio dell’anno sono stati registrati più di 100 casi di femminicidi e transcidi, a cui si aggiungono, di quelli noti, almeno 12 tentati femminicidi e numerose aggressioni razziste e contro le persone lgbt. Oltre alla violenza domestica, negli ultimi mesi si sono susseguiti diversi casi di violenze sessuali che hanno richiamato l’attenzione dei media. Sono state narrate con toni e linguaggi che spettacolarizzano e colpevolizzano costantemente chi la violenza la subisce, alimentando stigma e delegittimazione.
A Trieste, la complicità delle istituzioni rispetto alla violenza di genere è palese. In questi giorni si susseguono le iniziative di sensibilizzazione sulla violenza di genere promosse dalla polizia e gli articoli di giornale che elogiano l’operato della questura, ma noi sappiamo che un atteggiamento securitario non risolve nulla. A Trieste, quella stessa polizia e quella stessa questura ci hanno più volte impedito di manifestare in centro città contro la chiusura dei consultori o per l’autodeterminazione e la libertà di scelta: hanno ostacolato la nostra lotta quotidiana alla violenza di genere. La militarizzazione della città e l’impianto punitivo del sistema sono parte del problema. Nel frattempo, i servizi pubblici nei quali si dovrebbe fare prevenzione vengono chiusi. Ignorando completamente il volere di una mobilitazione condivisa e partecipata, costruita attraverso pratiche di discussione pubblica, Asugi sta proseguendo lo smantellamento dei consultori.

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Convegno in ricordo di Claudio

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Assemblea Smarza

Continuiamo con le assemblee per la costruzione di un primo dicembre sierocoinvolto! Verso una giornata di lotta all’HIV e AIDS che possa essere un’occasione di controinformazione, critica e mobilitazione per una sanità più accessibile, consapevole, che metta al centro le soggettività al margine!

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