Video dell’incontro con Atalya, refusnik israeliana

E’ finalmente online il video dell’incontro del 17 luglio che ha visto l’intervento di Atalya, refusnik israeliana.
La serata è stata anche un’occasione di solidarietà concreta con la raccolta fondi per il Refuser Solidarity Network e per il progetto “Emergenza gaza”.
Il link è pubblico e vi invitiamo a diffonderlo in quanto si tratta di testimonianza a nostro avviso molto importante.
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EX PAVAN: NEL RIONE MANIFESTI E STRISCIONI PER DENUNCIARE LE MENZOGNE DEL COMUNE

Rilanciamo da Campo Libero.

In questi caldissimi giorni di agosto, la vicenda dell’ex Pavan continua ad arricchirsi di nuovi capitoli. Sono due anni che la Giunta Comunale ripete come un mantra che “sono soldi regalati dal PNRR, che non si possono perdere”, come se anche i fondi del PNRR non fossero comunque pubblici e da restituire.
Era noto da sempre che parte del costo sarebbe stato sostenuto dal Comune, ma i primi di agosto esce la notizia che i soldi che dovrà versare direttamente il Comune di Trieste passano da 2 milioni a 3,3 milioni, portando così il totale previsto dell’opera a 5,4 milioni di euro: in pratica il PNRR coprirà solo il 31% del costo stimato. Senza contare eventuali incrementi e soprattutto la spesa per la realizzazione del parcheggio interrato.
Viene così a cadere un’altra delle menzogne dell’Amministrazione comunale a sostegno di questa operazione imposta dall’alto, senza mai confrontarsi con il rione, i comitati presenti o la Circoscrizione.
Per questo alcun* abitanti hanno voluto affidare ai muri del quartiere la denuncia di quanto sta accadendo. Che la questione sia sentita, lo dimostra anche il successo della raccolta delle osservazioni promossa dai comitati contro la Variante n.15 al piano regolatore che avalla l’opera, prevedendo tra l’altro di fare parcheggi nel cortile della scuola Duca d’Aosta e sotto al ricreatorio Pitteri. La Giunta sperava che la battaglia fosse finita con la frettolosa (e abusiva) demolizione dello stabile dell’ex Pavan ma si sbagliavano: non si tratta, come di recente sostenuto dal Sindaco con la solita arroganza, di “difendere una vecchia casa”, ma di tutelare gli spazi verdi e i servizi educativi di San Giacomo.

Campo Libero-rete solidale del rione di San Giacomo

 

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Serate benefit agostane

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La variante notturna

Con un po’ di ritardo ma con estremo piacere condividiamo la puntata del super podcast EL KANAL che Livio e Stefano hanno voluto dedicare alla battaglia che come Campo Libero e Insieme San Giacomo stiamo portando avanti per opporci all’ennesima pugnalata al nostro rione
Eccola qui:
https://elkanal.substack.com/p/variante-notturna

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Raccolta osservazioni contro la variante urbanistica n.15. Giù le mani da San Giacomo!

Rilanciamo dalla rete solidale Campo Libero di San Giacomo di cui facciamo parte.

NON È TROPPO TARDI! Puoi ancora farti sentire.
Non vuoi che il Ricreatorio Pitteri e il cortile della scuola Duca D’Aosta vengano sfruttati come parcheggi per il mega impianto che la giunta comunale vuole costruire nella piccola via Frausin?
Non vuoi che vengano abbattuti altri alberi nel rione di San Giacomo ?
Puoi ancora firmare le OSSERVAZIONI contro la folle variante urbanistica n.15
Prossimi banchetti:
LUNEDì 22 dalle 18.00
Maddalena in festa
Villa Sartorio
VENERDÌ 26 dalle 19.30
Lunatico festival
Ex Casa del Popolo Borgo S.Sergio
Via Antonino Di Peco 14
SABATO 27 dalle 10.30 alle 12.30
Campo San Giacomo 9
MARTEDì 30 dalle 18.30
Burjana outdoor
Campo San Giacomo
MERCOLEDÌ 31 dalle 18.30
Benefit per mediterranea saving humans
Pineta di Barcola                                                                                                                          SABATO 3 agosto dalle 10.30 alle 12.30
Campo San Giacomo 9                                                                                                             SABATO 10 agosto dalle 10.30 alle 12.30
Campo San Giacomo 9

e ovviamente nella nostra sede di via del bosco 52 ogni giovedì dalle 18 alle 20 o durante le iniziative.

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Doriano Rota

Il 18 luglio a 69 anni Doriano Rota, compagno di Bergamo, ci ha lasciati.
Quando stavamo allestendo la sede di via del Bosco è venuto a darci una (grossa) mano solidale. Spesso si ritrovava a lavorare con Paola. I caratterini di entrambe erano noti e si poteva assistere a un andirivieni continuo fuori e dentro la sede per prendere fiato. Compariva uno e sconsolato diceva: “Ma è proprio matta”. Tornava dentro e compariva l’altra: “Ma el xe propio matto!” E così via.
Ricordiamo anche la sua passione per la mail art e le tante bellissime e dirompenti mostre a cui aveva partecipato.
Lascia un profondo segno nella nostra attività, nei sogni, nei cuori.

Gruppo Anarchico Germinal

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Morti in carcere? Omicidi di Stato!

La rivolta avvenuta nel carcere di Trieste l’11 luglio ha riportato – drammaticamente – l’attenzione sulla situazione delle persone recluse e sulle loro condizioni di vita.

La vergognosa situazione del Coroneo è nota da tempo ed è simile a quella di tante altre prigioni nel belpaese: sovraffollamento, angherie, sopraffazioni, vicoli ciechi burocratici, condizioni di vita indecenti…

Non staremo a ripetere ciò che in tanti e tante hanno denunciato in questi giorni. Ma ci preme ribadire con forza che ogni morto in carcere -sia esso per suicidio, violenze, overdose o “malore attivo”-  è un omicidio di Stato. Chi è recluso in un’ istituzione totale non può disporre della propria vita; pertanto la sua incolumità dipende sempre da chi gestisce le prigioni.

Il nostro pensiero va perciò al detenuto morto, Zdenko Ferjancic, alle persone ferite e a tutte quelle recluse.

Alla loro lotta per una vita dignitosa -per quanto possa esserlo quella dietro le sbarre- va la nostra piena solidarietà.

Per una società senza galere.

Gruppo Anarchico Germinal

15 luglio 2024

germinalts.noblogs.org

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Autodeterminazione frocia. Oltre la logica dei campi contrapposti.

Pubblichiamo l’articolo scritto da una nostra compagna pubblicato sul n.22 di Umanità Nova.

Le soggettività minoritarie, e tra queste quelle queer, sono sempre state utilizzate nelle politiche statali o religiose nell’ambito della creazione di un nemico. In tempi più recenti stiamo assistendo a un fenomeno diverso. Negli ultimi anni, alcuni governi che pure in passato più o meno lontano hanno perseguito politiche di repressione diretta ed esplicita delle persone queer, sono passati a politiche di assimilazione e sussunzione nel sistema. Il risultato è che alle pratiche omofobe – che nella società non sono affatto diminuite – si affiancano politiche di “tolleranza” con lo scopo di depotenziare le lotte LGBTQIA+ e ricondurle a una dimensione in cui siano utili al mantenimento dello status quo. Programmi di integrazione, il diversity management, gli sponsor aziendali alle manifestazioni per l’orgoglio LGBTQIA+, i patrocini pelosi di istituzioni e autorità, per non parlare della presenza organizzata di associazioni di polizia dentro i cortei sono tutti riassunti nel termine “rainbow washing”.

Sicuramente alcune battaglie per la concessione di diritti soggettivi, benché siano delle battaglie parziali, hanno la potenzialità di migliorare le condizioni materiali di vita di molte persone; tuttavia le concessioni vanno sempre viste come punto di partenza per altre e ulteriori rivendicazioni, e non come “vittorie” da condividere con gratitudine con la politica istituzionale.

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Incontro coi Refusnik israeliani + benefit

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AVVISO ORALE AD UN COMPAGNO. UOMO AVVISATO MEZZO…

La scorsa settimana i carabinieri hanno notificato ad un nostro compagno un provvedimento di “avviso orale”.
L’avviso orale è una misura preventiva – o meglio – propedeutica all’applicazione di misure preventive quali il foglio di via o la sorveglianza speciale. Inoltre, il provvedimento può comportare prescrizioni o divieti, quali ad esempio il ritiro della patente o l’interdizione a frequentare determinati luoghi o persone.
La storia delle misure preventive, comminate cioè non a seguito di una specifica condanna, inizia nell’Ottocento con la repressione “degli oziosi e dei vagabondi”. È evidente quindi fin da subito come non si tratti tanto di punire un’azione quanto di sanzionare una condotta o una scelta di vita.
Tali misure hanno ovviamente larga diffusione negli anni del fascismo storico, quando ne viene accentuato il carattere di strumento volto a colpire gli oppositori politici.
Con la nascita della Repubblica italiana poco cambia, le leggi si susseguono e i provvedimenti preventivi restano, fino a venir di fatto inglobati nel cosiddetto Codice Antimafia nel 2011; ivi si indicano, molto genericamente, i destinatari dell’avviso orale come “coloro che debbano ritenersi, sulla base di elementi di fatto, abitualmente dediti a traffici delittuosi; coloro che per la condotta ed il tenore di vita debba ritenersi, sulla base di elementi di fatto, che vivono abitualmente, anche in parte, con i proventi di attività delittuose; coloro che per il loro comportamento debba ritenersi, sulla base di elementi di fatto, comprese le reiterate violazioni del foglio di via obbligatorio di cui all’ articolo 2, nonché dei divieti di frequentazione di determinati luoghi previsti dalla vigente normativa che sono dediti alla commissione di reati che offendono o mettono in pericolo l’integrità fisica o morale dei minorenni, la sanità, la sicurezza o la tranquillità pubblica”.
L’utilizzo di questo strumento, così evidentemente e largamente discrezionale, è stato incrementato al punto che persino la Corte costituzionale – recependo un pronunciamento della Corte europea dei Diritti dell’Uomo – ha tentato di porvi un freno eccependo diversi profili di incostituzionalità.
In ambito politico, sempre più il diritto amministrativo va a sommarsi – quando non a sostituirsi – al diritto penale come strumento repressivo.
Fra tutte, l’avviso orale forse è la misura più “semplice” ed “economica”, volta palesemente e unicamente a minacciare e intimidire i/le compagn* più attiv*.
Inoltre, essendo un atto amministrativo, ribalta l’onere della prova sulla persona colpita e le possibilità di difendersi sono molto minori rispetto ai procedimenti penali. A questo va necessariamente aggiunto che il diritto amministrativo non contempla, a differenza di quello penale, l’istituto del gratuito patrocinio, nel solco di una cosiddetta giustizia sempre più classista.
Per tutte queste ragioni le misure preventive vengono usate sempre più spesso contro i/le militanti delle varie aree del movimento: solo nella nostra regione questo è il quinto avviso nel giro di poche settimane, cui si sommano vari fogli di via e decine di denunce, arrivate anche a seguito di episodi di ben poco conto.
E poco importa se poi queste denunce finiscono molto spesso – fortunatamente – in assoluzioni o non luoghi a procedere: intanto si sono tenut* fuori gioco per anni compagn* e le realtà collettive devono investire cospicue forze per difendersi dalla repressione e per raccogliere fondi per le spese legali.
Sappiamo che, quando si lotta al di fuori e contro le istituzioni, la repressione arriva; ma balza agli occhi quanto il livello repressivo si innalzi costantemente, mettendo in discussione ogni giorno che passa gli spazi di agibilità politica e sociale di tutt*. Ormai qualsiasi episodio, anche il più minuscolo, viene perseguito con accanimento, con sprezzo tanto del ridicolo quanto dello sperpero di risorse pubbliche sottratte costantemente a ben più utili fini.
Anche l’avviso arrivato al nostro compagno farebbe ridere se fossimo in una candid camera: si basa su un paio di condanne risalenti ad oltre vent’anni fa e su presunte violazioni da accertarsi in un processo che deve appena iniziare, alla faccia della certezza del diritto.
È ben chiaro l’intento: silenziare tutte quelle realtà che non ci stanno a vedere la nostra città ridotta ad un parco giochi per turisti, a spese dell’ambiente e delle condizioni di vita dei ceti popolari.
Anche se la rassegnazione e la delega sono ancora realtà maggioritarie nella nostra società, le istituzioni temono che, con l’inasprirsi della crisi sociale e ambientale, le contraddizioni prima o poi siano destinate a esplodere.
Di fronte a scenari di guerre sempre più devastanti, in un mondo in cui la catastrofe ecologica incombe e i ricchi sono sempre più ricchi mentre le risorse si vanno esaurendo, crediamo fermamente che ribellarsi sia non solo giusto, ma indispensabile per provare a invertire la rotta.
Occorre respingere ogni tentativo di criminalizzazione e isolamento dei compagni e delle compagne colpite dalla repressione, allargando le reti sociali di lotta, moltiplicando gli spazi di autogestione e sostenendo tutte le strutture collettive di autodifesa che i movimenti si sono dati.
In questo senso facciamo appello a sostenere la Cassa Antirepressione, realtà trasversale che qui in città dà sostegno concreto per la copertura delle spese legali.
Al nostro compagno e a tutt* coloro che stanno subendo le persecuzioni giudiziarie e poliziesche diamo la nostra piena solidarietà. Non siete sol*, non siamo sol*!
Gruppo Anarchico Germinal
Trieste, 20 giugno 2024
germinalts.noblogs.org
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