BUONISTI UN CAS

Riceviamo e invitiamo a partecipare!

 

 

 

 

PRESIDIO PER AFFERMARE UNA FORTE OPPOSIZIONE AL DECRETO SALVINI E RIVENDICARE UN MODELLO DI ACCOGLIENZA DIGNITOSO

Non siamo buonisti, vogliamo lavorare per un sistema di accoglienza che tuteli davvero la dignità di richiedenti asilo e rifugiati, dei lavoratori e della comunità tutta. Contro il Decreto Sicurezza e contro lo smantellamento
dell’accoglienza diffusa!

ASSEMBLEA DEI LAVORATORI E DELLE LAVORATRICI X
Per informazioni e adesioni: lavoratorxtrieste@gmail.com

Con il DL Sicurezza e Immigrazione il governo dichiara guerra al mondo dell’accoglienza colpendo duramente i diritti di richiedenti asilo e rifugiati e vent’anni di lavoro, esperienze e buone pratiche del settore, in un contesto nazionale che vede riversare nel diritto d’asilo la quota maggiore degli attuali flussi migratori extra-europei.

Dopo aver eliminato la protezione umanitaria, negato l’iscrizione anagrafica ai richiedenti asilo e ristretto l’accesso al sistema Sprar solo a chi è già titolare di protezione e ai minori stranieri non accompagnati, il Ministero dell’Interno ha introdotto un nuovo capitolato d’appalto che mira a stravolgere tutto il resto del sistema d’accoglienza, ovvero quello dei Cas (Centri di Accoglienza “Straordinaria”).

Non solo questo provvedimento non fa alcuna distinzione tra veri progetti d’accoglienza e mere speculazioni sulla pelle dei e delle richiedenti asilo, ma anzi, mira a colpire in modo particolare quelle realtà che fanno dell’integrazione reciproca il proprio obiettivo, abbattendosi come una scure su tutte quelle spese che vanno oltre la sussistenza.

Il taglio fino al 40% delle risorse rende di fatto insostenibile l’accoglienza diffusa – modello realizzato a Trieste non solo nello Sprar ma anche nei Cas e che consente alle persone di abitare in appartamenti o in strutture di piccole dimensioni – ed incentiva invece un business dei grandi centri eliminando servizi fondamentali come quelli d’integrazione e dell’insegnamento della lingua (unico paese in Europa) e diminuendo drasticamente tutte le voci dei servizi alla persona (supporto psicologico, legale, linguistico, sanitario, trasporti).

L’eliminazione e la riduzione di questi servizi si concretizzerà direttamente nel taglio del personale. Secondo la filosofia del DL, i lavoratori dell’accoglienza non sono considerati come professionisti del settore, portatori di specializzazione e qualità maturata negli anni, ma come un costo da tagliare. I soggetti che vorranno partecipare ai nuovi bandi d’appalto per i servizi d’accoglienza con queste condizioni si vedranno costretti ai licenziamenti collettivi; gli altri alla chiusura definitiva del servizio. A livello nazionale si parla di circa 40 mila lavoratori in esubero, circa 150 nella città di Trieste.

Prevedendo inoltre una sola operatrice/operatore ogni 50 ospiti, il capitolato mette bene in chiaro che l’obiettivo del governo è trasformare l’accoglienza in un puro sistema di contenimento di persone straniere additate come pericolo dal discorso razzista, in un meccanismo che, anziché supportare i progetti delle e dei richiedenti asilo, produrrebbe donne e uomini ancora più ricattabili e sempre più a rischio di sfruttamento lavorativo e di violenza, alimentando disuguaglianze e tensioni sociali.

Per questo abbiamo deciso di fare sentire la nostra voce e iniziare un percorso di mobilitazione nazionale dei lavoratori e delle lavoratrici dell’accoglienza.

Rifiutiamo la paura, l’odio e la violenza che si giocano sulla pelle delle donne e degli uomini migranti e rivendichiamo un modello d’accoglienza dignitoso per chi ne è ospite e per chi ci lavora, che riservi attenzione al benessere psicofisico di chiunque lo attraversa. Denunciamo l’arroganza di un governo che mette a rischio come se niente fosse il lavoro di decine di migliaia di operatrici e operatori in tutta Italia, svuotandolo del suo significato e favorendo precariato, inquadramenti anomali, sfruttamento e ricattabilità.

 

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