Anche quest’anno, la Festa della Liberazione dal nazifascismo è stata caratterizzata da una crescente militarizzazione. Da una parte, per il terzo anno consecutivo, il corteo antifascista partito da San Giacomo ha dovuto fronteggiare provocazioni e violenze poliziesche, con tanto di manganellate; dall’altra parte, il monumento della Risiera è stato nuovamente circondato da uno spropositato numero di poliziotti e carabinieri in divisa e in borghese, nonché da guardie private. Non è certo la prima volta, ma oggi i controlli e le perquisizioni sono state persino più asfissianti degli scorsi anni, e proseguiti per la prima volta anche dopo la fine della cerimonia ufficiale.
A nulla quindi sono serviti i mesi di incontri e tentativi di mediazione portati avanti dall’arco della sinistra istituzionale e sindacale per un cambio di passo: la militarizzazione della Risiera di San Sabba è una scelta politica a cui questa Giunta non vuole rinunciare a nessun costo e che va di pari passo con la crescente militarizzazione dell’intera città.
È chiaro che se si vuol far saltare questo schema l’unico modo è che lo sdegno che abbiamo visto in tante persone oggi si trasformi in rabbia e voglia di spazzare via concretamente transenne e controlli.
Da parte nostra, come sempre non abbiamo preso parte alla cerimonia istituzionale: il nostro antifascismo è incompatibile con parate militari, funzioni religiose e saluti istituzionali.
Rivendichiamo la nostra presenza all’esterno, con le nostre parole d’ordine antimilitariste ed antiautoritarie, contro il riarmo, le frontiere, per la solidarietà fra sfruttat* contro ogni nazionalismo.
Rivendichiamo anche la contestazione al sindaco alla sua uscita dalla Risiera: non abbiamo nessuna memoria condivisa con i fascisti e i loro amici e il fatto che simili personaggi parlino il 25 aprile ci disgusta.
La nostra solidarietà va ancora una volta all* compagn* manganellat*.
Gruppo Anarchico Germinal
