La Regione FVG, indifferente e sprezzante nei confronti di mesi di mobilitazione cittadina, è responsabile del fatto che l’Azienda sanitaria (Asugi) abbia chiuso i consultori di San Giacomo e San Giovanni. La Costituzione prevede per la tutela della salute competenze legislative dello Stato e delle Regioni: la Regione programma e gestisce in piena autonomia la sanità: questo significa che la scelta di disinvestire nella salute territoriale e di chiudere i consultori è responsabilità della Regione.
Nell’ultimo anno, abbiamo fatto infiniti volantinaggi, spedito centinaia di lettere ai giornali locali, abbiamo organizzato una grande manifestazione primaverile in piazza Unità, siamo entrate simbolicamente nel consultorio di San Marco e l’abbiamo tenuto aperto per due giorni con un’azione dimostrativa, siamo scese in migliaia da San Giacomo verso piazza Unità in occasione della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, abbiamo studiato la normativa, abbiamo scritto una fanzine, abbiamo rilasciato interviste alla stampa locale e nazionale, ci siamo coordinate con le altre mobilitazioni per i consultori in giro per l’Italia, abbiamo organizzato flashmob settimanali davanti alle quattro sedi, abbiamo lanciato mailbombing e raccolto migliaia di firme. Abbiamo parlato con tantissime persone e tutte le persone che abbiamo incontrato in questi mesi di mobilitazione pensano che la chiusura di due consultori sia una follia.
Ma nonostante tutto questo, l’Azienda sanitaria è arrivata all’atto finale della sua opera distruttrice: ha tolto il nome “consultorio” dalle facciate e ha effettuato
il trasloco dei macchinari e dei documenti e il trasferimento del personale.
L’assessore regionale alla salute, l’architetto Riccardo Riccardi, a dicembre 2023 dichiarava che, con la chiusura di due consultori, “si aumentano le ore e i servizi della nuova struttura dei consultori, si aumenta la prossimità con la domiciliarità”. Non sorprende che un architetto non capisca che i consultori siano servizi territoriali di prossimità e non cliniche specialistiche centralizzate.
La Regione FVG e Asugi chiudono due consultori su quattro, in una città in cui la legge ne prevederebbe dieci. A fronte di un femminicidio ogni tre giorni, chiudono due presidi contro la violenza di genere. Nonostante l’OMS (e addirittura il Pnrr) proponga una salute di prossimità, smantellano i servizi territoriali e accentrano le strutture. Nonostante l’indice di salute mentale delle persone adolescenti sia pericolosamente basso e aumenta il bisogno di supporto all’educazione sessuale e affettiva, chiudono due Spazi giovani.
Non sappiamo cosa succederà ora per le adolescenti, i genitori, i neonati, le ragazze, le donne, le persone queer di Trieste: avremmo voluto più consultori, consultori più inclusivi e invece ci tolgono quel poco che avevamo. Provano ad ingannarci dicendo che le nuove strutture staranno aperte qualche ora in più: ma noi sappiamo fare i conti e sappiamo che in realtà ci stanno togliendo ore complessive di servizio, sappiamo che non sostituiscono chi va in pensione, che hanno smesso di fare educazione sessuale nelle scuole.
Abbiamo ragione noi e non ci fermiamo. Scendiamo in presidio sotto i palazzi del potere, chiamiamo per nome chi sta giocando con la nostra salute e le nostre vite.
Ci vediamo giovedì 1 febbraio, alle 15, sotto la sede del Consiglio regionale, dove sarà in corso una seduta.
Nonunadimeno-Trieste