A poche ore dall’iniziativa, la Questura di Trieste ci segnala che il presidio di oggi, in piazza Borsa, per la giornata mondiale dell’aborto libero, sicuro e gratuito deve essere spostato per questioni di ordine pubblico. Si tratta della seconda volta in pochi mesi che la Questura vuole toglierci una piazza, con una comunicazione data all’ultimo minuto, senza alcuna garanzia per il diritto di manifestare. La prima volta, a fine maggio, ci avevano chiesto di toglierci da piazza Unità, per lasciare la piazza libera per la cena dei cittadini e delle cittadine muniti/e di Rolex (tra i quali il sindaco, Roberto Dipiazza), sputando in faccia a una manifestazione in difesa dei consultori triestini cioè della sanità pubblica e alzando gli scudi per proteggere la tensostruttura dei milionari. In quell’occasione, siamo rimaste in piazza Unità, per decisione di tutte le persone presenti.
Oggi di nuovo ci chiedono di spostarci e di nuovo lo fanno a poche ore dall’iniziativa, rendendoci impossibile comunicarlo a tutte le persone che hanno deciso di partecipare. La ragione, forse, è che oggi pomeriggio, alle 16.30, in piazza della Borsa, ci sarà una “mostra” del prototipo della cabina realizzata dalla ditta Leitner per l’ovovia, proprio nel giorno in cui c’è stato un carotaggio in via Braidotti, protetto da un grande dispiegamento di forze dell’ordine. Per quanto ci riguarda, segnaliamo che il costo previsto per la realizzazione dell’ovovia è di 48 milioni di euro per l’infrastruttura, ai quali va aggiunto un costo annuo di 3,5 milioni di euro di gestione ordinaria. Si tratta di fondi pubblici sottratti agli investimenti nella sanità, nella cultura, nel sociale. A Trieste una donna incinta deve andare dalla ginecologa privata perché quelle dei consultori sono andate in pensione e non sono state sostituite, però potrà andarci in ovovia, al modico prezzo di 1 euro 40 di biglietto + 150 circa di visita medica.
Anche per questo, saremo in piazza della Borsa oggi, alle 18, come previsto. Il presidio verrà parallelamente allestito in piazza Sant’Antonio, davanti alla statua del vescovo Santin (!), dove ci muoveremo insieme alle persone arrivate in piazza della Borsa. La lotta per la salute pubblica, per la giustizia climatica, per l’autodeterminazione sui nostri corpi e sulle nostre vite è una sola: è la lotta contro questo potere ottuso, violento, che ci vuole povere e infelici quando non ci vuole morte.
Nonunadimeno-Trieste