Con il rigetto della richiesta di revoca del 41 bis da parte della Corte di Cassazione, lo sciopero della fame di Alfredo Cospito entra in una fase ancora più tragica. Se deciderà di portare alle estreme conseguenze la sua lotta, il suo nome andrà ad aggiungersi al lungo elenco di morti in carcere per colpa dello Stato. La lunga e persistente campagna antianarchica a cui abbiamo assistito in questi mesi è stata orchestrata perché il governo e la magistratura potessero condannarlo a morte nonostante il vasto movimento di solidarietà che si è creato e che è andato ben oltre i confini del movimento anarchico. Da parte nostra non possiamo che ribadire con forza le nostre posizioni: sosteniamo la lotta contro il 41bis che consideriamo sia uno strumento di tortura così come combattiamo l’ergastolo ostativo perché lottiamo per una società di libere ed uguali, dove lo sfruttamento e l’oppressione siano solo un ricordo di un infame passato così come le galere con tutto il loro carico di sofferenza e morte. Qualsiasi sia l’esito di questa vicenda, che ha dimostrato ancora una volta il disprezzo per la vita umana da parte dei governi, riaffermiamo che non ci faremo intimidire dalla repressione e dalle campagne di criminalizzazione. Continueremo ad essere nelle piazze e nelle strade diffondendo le nostre idee e le nostre pratiche di lotta e di libertà. Ci vorrebbero isolare, marginalizzare, zittire, ma non ci riusciranno: continueremo a lottare per l’anarchia ogni giorno fra gli sfruttati, nei quartieri, sui luoghi di lavoro e di studio, nei movimenti di opposizione sociale.
No al 41 bis
Viva l’anarchia!
Federazione Anarchica Italiana
(Commissione di Corrispondenza)
27 febbraio 2023
Qui il precedente comunicato del 20 novembre
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