Primo maggio in piazza, i nostri appuntamenti!

Il primo maggio torniamo in piazza e quest’anno saranno due gli appuntamenti ai quali saremo presenti e che vi invitiamo a diffondere e partecipare.
Ovviamente in tutti gli appuntamenti sarà diffuso il nuovo numero di Germinal .
Si inizia in piazza unità dalle 9.30 con un Flash mob-presidio assieme a Cobas e USI.
 “Crisi pandemica/Crisi sistemica”
L’emergenza sanitaria ha messo in luce tutte le contraddizioni di un sistema sociale ed economico orientato al profitto di pochi: in Italia il 5% più ricco possiede quanto il 90% di noi e la ricchezza materiale si accentra sempre più, mentre le condizioni di vita generali continuano a peggiorare. Oggi in piazza rivendichiamo il diritto ad un reddito dignitoso per tutte e tutti: non bastano misure tampone insufficienti, non ci accontentiamo di elemosinare le briciole di qualche bonus. I soldi ci sono, rifiutiamo le catene del debito: che la crisi la paghino i ricchi.
La dimensione pandemica non può essere una scusa per aumentare la precarietà e fare strage delle tutele per chi lavora. Contro i ricatti di padroni e governi, alziamo la testa e rivendichiamo con forza reddito, salute, diritti.
Non per noi, ma per tutte e tutti!
Cobas Trieste
Gruppo Anarchico Germinal
Unione Sindacale Italiana USI-CIT Trieste
e si prosegue dalle 11 in campo san giacomo all’iniziativa indetta assieme a varie altre realtà di movimento a Trieste, dove saremo presenti con il nostro solito banchetto di libri e altri materiali informativi.
PRODUCI-CONFINATI-CREPA

Da un anno siamo autorizzate ad uscire di casa praticamente solo per andare a lavorare. Per chi un lavoro ce l’ha significa quasi sempre precarietà, sfruttamento, smart working, salari da fame, nocività. Per chi un lavoro non ce l’ha o l’ha perso a causa del lockdown, significa solo più povertà e isolamento.

La pandemia è stata gestita in modo tale da garantire i profitti delle grandi industrie e multinazionali (come Amazon o Google) a scapito della vita e della salute della maggioranza delle persone. Mentre la grande distribuzione aumentava i propri profitti, le scuole, i teatri, le botteghe, i cinema, le osmize, le palestre, i parchi sono stati sacrificati perché considerati non essenziali in base a una precisa scelta politica.
I governi di ieri e di oggi si sono fatti dettare la linea da Confindustria. In base a questo, si è scelto quali attività aprire o chiudere mettendo i profitti delle grandi aziende davanti alla tutela della vita collettiva, vietando forme di socialità possibili in sicurezza, mentre ognuno era chiuso in casa a studiare, lavorare, comprare e produrre online attraverso il lavoro da remoto.
Molte delle misure presentate come sanitarie si sono rivelate misure di controllo sociale (tra cui la più evidente è il coprifuoco): più polizia e più repressione della vita quotidiana.
La pandemia ha mostrato, ancora più chiaramente di prima, il volto violento del capitalismo. La contrapposizione non è tra chi vuole aprire e chi vuole chiudere, ma tra chi sfrutta e chi è sfruttato.
Tocca solo scegliere da che parte stare.
Noi stiamo dalla parte delle lavoratrici e dei lavoratori che lottano per le proprie condizioni di vita, dai facchini di Amazon ai riders, dalle cameriere dell’hotel Savoia alle partite Iva, dagli insegnanti, agli autisti del trasporto pubblico e con gli operai ammassati nelle fabbriche.

SCENDIAMO IN PIAZZA, RIPRENDIAMOCI, CON LA LOTTA, CIÒ CHE CI SPETTA! 

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