Spezzone transfemminista al Pride! *assemblea organizzativa*

Il prossimo 8 giugno ci sarà a Trieste il secondo FVG Pride, la giornata dell’orgoglio LGBT+. Il Pride è un momento pubblico di rivendicazione e di lotta che nasce dall’atto ribelle di donne nere trans.

La potenza di mobilitazione e di costruzione di pensiero che Non una di meno portato nelle piazze globali dal 2016 ha riportato al centro la questione della violenza maschile, di genere e dei generi, che può esistere anche negli spazi che se ne ritengono protetti. Questa nuova attenzione, tutta politica, al tema della violenza permette di riportare al centro anche la questione specifica della violenza omotransfobica, sia personale (fisica e psichica) sia istituzionale.


Questo momento storico di forte repressione del dissenso e del diverso – che si attua sul piano istituzionale nazionale e locale – è un’occasione per rifare del Pride un momento di radicalità e di lotta contro l’oppressione specifica della comunità LGBT+ e contro ogni oppressione. La patina rainbow col quale il centrosinistra liberal si dipingeva il volto prima di dedicarsi alla distruzione dei diritti sociali non sussiste più: ora che è più facile per tutt* identificare il nemico nella destra machista e fascista che sta al potere è l’occasione buona per richiedere al Pride, come ai movimenti femministi, tutta la loro radicalità.

Proponiamo un’assemblea per organizzare uno spezzone transfemminista al Pride: uno spezzone dove tutte le sessualità – anche quelle meno visibili e meno rappresentate all’interno dello stesso movimento LGBT+ – abbiano spazio; uno spezzone radicale che non ha niente da chiedere a chi al governo sputa sui nostri corpi e a chi li sfruttava per operazioni di pinkwashing; uno spezzone dove non gioiamo per la presenza di un presentatore gay all’Eurovision di Israele, ma lottiamo contro l’occupazione della Palestina; uno spezzone dove pensiamo che tutt* abbiano il diritto di sposarsi perché tutt* possano provare il piacere di distruggere la famiglia patriarcale e di inventarsi nuove forme di relazioni; uno spezzone dove crediamo nell’educazione come libertà di pensare alla molteplicità dei generi e delle sessualità e presidiamo la libertà di raccontare a* bambin* altre storie possibili; uno spezzone dove crediamo che la lotta alla violenza sistemica si fa autorganizzandosi e autodifendendosi; uno spezzone dove crediamo che non potrà esserci liberazione dei generi e dai generi senza la liberazione dall’oppressione del capitalismo e delle frontiere.

Invitiamo tutt* quell* che vogliono partecipare all’organizzazione dello spezzone transfemminista a un’assemblea organizzativa, per costruire insieme quel momento e quello spazio!

Che il Pride sia una festa, che il Pride sia una lotta!

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