Non desta certo sorpresa la minaccia di sfratto di Casa delle culture da parte del Comune di Trieste. Sebbene presentata come mozione eminentemente tecnica, si tratta ovviamente di un atto politico: da un lato suggello istituzionalizzato di campagne mediatiche personali, dall’altro tassello di un quadro ben più complessivo. Cardine di questa giunta a trazione leghista sembra infatti essere l’ideologia del “decoro urbano”, tesa a sottrarre le problematiche alla vista e a silenziare il conflitto, nel tentativo di rendere invisibili tutte quelle esistenze ritenute sprezzantemente “degrado”, siano essi senzacasa, coppie gay e lesbiche, profughi, persone in condizioni di disagio o spazi sociali scomodi. Tutto questo nel tentativo di trasformare la città in un luogo votato solo al consumo e al turismo di massa.
Apprezziamo sinceramente la preoccupazione espressa dall’assessore Giorgi per la mancanza di luoghi pubblici a disposizione delle associazioni in città e ci permettiamo di suggerigli, se davvero in buona fede, di concentrarsi sulle possibilità di recupero di strutture inutilizzate, piuttosto che sottrarre spazi a esperienze attive e consolidate: siamo sicuri che realtà cittadine ad esempio come Manifetso 2020 sarebbero più che disponibili ad indicare percorsi in questo senso.
Dal canto nostro non possiamo che essere solidali con Casa delle Culture, davanti ad un attacco che rischia di far chiudere uno dei pochi spazi di socialità, iniziativa politica e cultura non omologate in città.
Gruppo Anarchico Germinal