PRESIDIO CONTRO LE MORTI SUL LAVORO

LUNEDI’ 31 GENNAIO ORE 17.30 IN LARGO BARRIERA
 
Il 17 dicembre scorso presso il molo III del porto di Trieste c’è stato un “incidente sul lavoro” costato la vita a un operaio, Daniele Zacchetti di 58 anni, uno dei troppi “incidenti” che avvengono nel nostro Paese: altri tre morti, il 18 dicembre, a Torino; altri quattro giovedì 16: 1404 morti in totale nel 2021… Nei comunicati dei sindacati si parla, giustamente, di “omicidio”. Questo ennesimo omicidio è il segnale del disprezzo nei confronti della vita di lavoratrici e lavoratori che le classi imprenditoriali, del tutto impunite, mostrano. “Da qualche mese abbiamo iniziato una vigilanza da cui risulta che 9 imprese edili su 10 non sono regolari”, ha affermato il direttore dell’Ispettorato nazionale del Lavoro, dott. Giordano. Ecco come stanno le cose.

Non solo buona parte delle imprese edili è fuori norma (e il superbonus ha peggiorato questa situazione), ma anche in altri posti di lavoro si risparmia sulla sicurezza e sulla prevenzione, così mettendo a rischio la vita di lavoratrici e di lavoratori. L’orribile morte del 18enne Lorenzo Parelli (studente di un percorso presso un Centro di Formazione Professionale) il 21 gennaio a Lauzacco (UD) -seguita da altri morti a Torino e a Roma, nel ragusano…- ha suscitato enorme sdegno e dei presìdi spontanei in tutta Italia, alcuni dei quali caricati dalla polizia.
Queste morti ci invitano ad attivarci per fare della Sicurezza sul lavoro un’emergenza nazionale! Si avvii una mobilitazione a oltranza che abbia come fine l’aumento dei controlli, delle ispezioni e degli ispettori!
Questa mobilitazione dovrebbe anche portare a riflettere sulle malefatte di un capitalismo senza vergogna che, pur in piena crisi pandemica, insiste su uno sviluppo sregolato e che non prende in considerazione il valore delle singole vite, ritenendole delle varianti senza significato nella macchina del profitto.

PRIME ADESIONI: ANPI-VZPI Trieste; Articolo Uno Trieste; Associazione culturale “Tina Modotti-ODV”; Camera del Lavoro – CGIL Trieste; FLC-CGIL; Gruppo Anarchico “Germinal”; Partito della Rifondazione Comunista; Sinistra anticapitalista; Sinistra in Comune/Levica

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Traforo sul Carso? Disboscamento a Cattinara? Ovovia? Fermiamoli con la mobilitazione dal basso

In queste ultime settimane siamo statə sommersə da notizie riguardanti vari progetti molto impattanti per il nostro territorio.

Si è partiti con il demenziale progetto dell’ovovia: 45 milioni di euro del Pnrr buttati al vento, per un’infrastruttura che non farà altro che deturpare il paesaggio del litorale carsico, senza risolvere nulla in termini di viabilità.

Si è passati poi alla notizia del previsto disboscamento della pineta di Cattinara per far posto al nuovo ospedale Burlo Garofalo. Anche questo un danno ambientale provocato da una decisione insensata e che nulla porterà in termini di benefici alla popolazione. È allucinante che, in un momento in cui siamo ancora immersi in una pandemia mondiale che ha dimostrato quanto criminali siano stati i tagli alla sanità degli ultimi decenni, si decida di spendere 108 milioni di euro per spostare un ospedale invece di investirli nel migliorare e ampliare l’esistente.

Infine, la ciliegina (rancida) sulla torta è il nuovo progetto di traforo in Carso, della lunghezza di 20 chilometri, da parte di Rete Ferroviaria Italiana per guadagnare dieci – ridiciamolo- dieci minuti di percorrenza!

Quest’ultima proposta è quella che appare più surreale: nel corso degli ultimi vent’anni già varie volte erano stati proposti progetti simili e tutti sono stati sempre sonoramente bocciati in fase di valutazione di impatto ambientale, nonché sconfessati dalle mobilitazioni territoriali. Del resto non si vede come potrebbe essere altrimenti, vista la delicata composizione idrogeologica del Carso, un unicum da preservare e non da devastare con progetti utili solo a gruppi di interesse, economici e politici, che promuovono la cementificazione.

Queste tre diverse vicende hanno come tratto unificante una visione dell’ambiente come risorsa da spremere a ogni costo per realizzare profitti. Una mentalità che non guarda ai veri bisogni delle persone ma che mira solo a far “girare l’economia”, dicendoci che questo porterà benefici per tutte e tutti quando sappiamo bene che sono solo menzogne.

Ci sono soldi da spendere per queste opere? Bene! E allora usiamoli per investire nella sanità territoriale e di prossimità, per aumentare posti letto e assumere personale, per mettere in sicurezza le scuole, per rimodernare la rete ferroviaria e il trasporto pubblico locale – a partire dalla rimessa in funzione del tram di Opicina, ormai fermo da anni – e abbassarne i costi.

Lottare contro questi scempi è doveroso: associazioni e gruppi di cittadini stanno iniziando a mobilitarsi e far sentire la propria voce e questo è senz’altro un segnale positivo. È fondamentale che chi vive un territorio possa decidere del suo destino. Ma vincere è possibile se nascono movimenti popolari che sappiano trasformare l’indignazione in rabbia concreta, fuori da ogni mediazione istituzionale e partitica, mettendo concretamente i bastoni fra le ruote agli speculatori e ai governanti.

Esempi ve ne sono, anche vicini a noi: pensiamo ad esempio ai progetti di TAV sul Carso o di rigassificatore nel Golfo.

È ora di reiniziare a mettersi di traverso.

Fermarli è possibile!

Gruppo Anarchico Germinal

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Autolesionismo e mancato soccorso nel CPR di Gradisca

In queste ultime ore, da dentro il CPR di Gradisca escono storie di violenza, autolesionismo e mancato soccorso.

Un video pubblicato su un gruppo facebook di persone tunisine in Italia mostra due persone a terra, in mezzo al sangue, dopo essersi procurate dei tagli (TW: sangue, autolesionismo). L’autolesionismo è una pratica di resistenza spesso utilizzata dai reclusi, che sono privati di ogni altra maniera di denunciare la propria situazione e rivendicare il proprio desiderio di libertà.

Dentro è un inferno, i reclusi ci raccontano che vengono trattati di merda, non escono mai dalle gabbie e non vengono portati in ospedale neppure quando i medici che li visitano nel CPR dicono che dovrebbero andarci.

In questo caso, si è dovuta aspettare più di un’ora per i due uomini che stavano perdendo molto sangue. Per ora, le voci su cosa sia successo non sono confermate.

Il deputato tunisino Majdi Karbai, che spesso ha raccontato la situazione dei tunisini in Italia, ha scritto oggi in un post di aver contattato il Garante per i diritti delle persone detenute e dei funzionari del ministero della Giustizia al fine di aprire un’indagine su quanto è successo ieri a Gradisca.

Intanto, pochi giorni fa è stato il secondo anniversario della morte di Vakhtang Enukidze, morto a un mese dalla riapertura del CPR, dopo un pestaggio poliziesco. Dopo di lui, dentro la galera etnica di Gradisca, sono morti anche Orgest Turia, nell’estate 2020, e Ezzedine Anani, il mese scorso. Ezzedine, tunisino, se non fosse morto, sarebbe stato deportato direttamente in Tunisia, come avviene con tutti i suoi concittadini che da Gradisca, bisettimanalmente, vengono rimandati nel luogo dal quale hanno scelto di andarsene.

Assemblea Nocpr-nofrontiere

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FAI: un anno di lotte e solidarietà!

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Umanità Nova, cento anni del settimanale anarchico

Nell’augurarvi un buon 2022 di lotta e libertà vi giriamo questo link al bel video prodotto dalla Federazione Anarchica Reggiana sulla storia di Umanità Nova, il settimanale anarchico che diffondiamo, che nel 2020 ha compiuto cento anni.

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Contro tutti i lager!

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Nonostante la pandemia il Germinal resiste… sostienici e brinda con noi!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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IN PIAZZA LIBERTÀ IL 24 OTTOBRE 2020 C’ERAVAMO TUTTI/E

Nelle scorse settimane è stata recapitata ad alcune persone la notifica della conclusione delle indagini preliminari per i fatti di Piazza Libertà del 24 ottobre 2020, con vari capi d’accusa, e proprio in questi giorni sta venendo notificata la fissazione della prima udienza per il 13 giugno 2022.

Piazza Libertà da due anni vede l’attività quotidiana di accoglienza e solidarietà dell’associazione Linea d’Ombra nei confronti delle persone migranti provenienti dall’inferno della rotta balcanica. Per questa ragione era stata scelta da gruppi neofascisti e neonazisti per una provocatoria manifestazione contro l’immigrazione.
La manifestazione, nonostante le numerose prese di posizione dei giorni precedenti, che la ritenevano inopportuna, ancor più in quel luogo, come riconosciuto a posteriori anche nel fascicolo dal Pubblico Ministero, veniva in ogni caso autorizzata dalla questura.
Il 24 ottobre, a partire dalle ore 17, si era quindi spontaneamente radunata una grande folla di persone solidali attorno al presidio quotidiano di Linea d’Ombra. Verso le 18, la polizia ordinava lo sgombero della piazza, che poco dopo avrebbe eseguito con violenza. Al termine dello sgombero tra i solidali si contavano alcuni feriti, diversi dei quali hanno dovuto ricorrere alle cure ospedaliere.

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Il lager di gradisca ha di nuovo ucciso un detenuto, il terzo in meno di due anni.

Diffondiamo il comunicato dell’Assemblea Nocpr-nofrontiere

Ieri, 8 dicembre 2021, alcune decine di solidali hanno deciso di ritrovarsi sotto le mura del CPR di Gradisca d’Isonzo da dove il giorno prima era uscita la notizia del suicidio di un uomo marocchino rinchiuso in isolamento, per gridare la propria solidarietà e vicinanza ai reclusi.

Del ragazzo morto sappiamo, per ora, poco: pare che il suo nome iniziasse per R. e che portasse i dread lunghi. Era marocchino ed era arrivato da poco; era stato rinchiuso in isolamento per quarantena.

Alcune notizie sulla morte di R. ci arrivano da un video pubblicato su facebook da Campagne in lotta, che trascriviamo in parte qui sotto:

«Due sere fa, un ragazzo tunisino o marocchino è stato con noi in camera, però dopo l’hanno spostato da solo. Quella notte lì lui si è suicidato, hai capito? La mattina ci siamo svegliati e abbiamo chiesto di lui e ci hanno detto che lui stava male e l’avevano portato all’ospedale. Però ci sono altri ragazzi della stanza di fronte a lui che mi hanno detto che lui era morto, l’hanno portato morto già. Loro hanno detto che stava male e per quello l’hanno portato in ospedale, ma non hanno raccontato la verità, hai capito?»

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NON MERCATINO MATTUTINO EDIZIONE SPECIALE ANTENATALE

Attenzione attenzione!
Domenica 12 dicembre ritorna il Non mercatino del dono, scambio e baratto di GAS Pacha.
Il luogo è sempre lo stesso, Campo San Giacomo, ma questa volta ci troviamo alle 11. Caffettino e via a donare!
Le regole sono sempre le stesse: porta ciò che non usi più, qualcun potrà trovare proprio quello che cercava. Portati a casa ciò che più ti piace, ma anche tutto quello che non ha trovato una nuova destinazione. Ci riproverai la prossima volta!
Ogun si organizza il proprio spazio espositivo (se avete un tavolino/telo/altro, meglio).
E se piove? Niente paura, ci ritentiamo domenica 19, stesso posto stessa ora
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