Rilanciamo dalla pagina fbook di Campo Libero.
La giornata di oggi (giovedì 28 marzo ndr) è stata una nuova tappa della mobilitazione iniziata ormai un anno e mezzo fa in difesa dell’area dell’ex Pavan portata avanti dal Comitato Insieme per San Giacomo e dalla nostra rete, con il sostegno di tante persone e soggetti diversi.
Gli operai della CP costruzioni (con la digos di contorno) erano già presenti prima delle 8 di mattina per iniziare prima possibile i lavori di demolizione. Subito uno degli esponenti del comitato ha fatto presente al capocantiere l’invio della diffida a demolire inviata ieri al Comune e alla ditta stessa, cosa che lo ha lasciato interdetto e un po’perplesso sul da farsi. Del resto appena arrivati gli operai si erano ritrovati il cancello di entrata dell’ex Pavan chiuso con una catena e con affisso un cartello con scritto “CANTIERE ABUSIVO”, un altro gesto di resistenza e denuncia attuato da anonimi ma volenterosi cittadini che fa il paio con quelli degli scorsi giorni.
Dalle 8.30 residenti, aderenti ai comitati e solidali iniziano a raggrupparsi davanti al cantiere e per ben due volte una delle persone presenti è riuscita ad entrare nell’area del cantiere in un gesto di disobbedienza civile, prima di essere portato fuori dalla Digos. A quel punto le barriere attorno all’area vengono innalzate per impedire nuovi blitz. Poco prima era arrivata la ruspa per la demolizione. Al megafono viene fatto un intervento per ricordare che il cantiere è illegittimo e che i lavori sono completamente calati dall’alto, senza nessun ascolto dei bisogni reali del rione.
All’interno del cantiere si inizia a capire che c’è nervosismo e i lavori di preparazione intorno alle 9,30 si fermano. Uno dei responsabili della ditta dice chiaramente alla Digos “Se non mi danno indicazioni su che fare entro un’ora mando gli operai via, è inutile che stiano qua”.
Poco prima delle 11, operai e digos se ne vanno. Per oggi la demolizione non avverrà.
Ai media l’assessora Lodi spergiura che i lavori si sono bloccati per via della pioggia, ma sappiamo bene che non è vero: non solo per quello che abbiamo sentito dire agli operai nonché ribadito dalla questura ai media (vedi articolo di Trieste Prima) ma anche perché i lavori sono stati sospesi prima dell’inizio della pioggia.
Non sappiamo cosa succederà domani o nei prossimi giorni. E’ molto probabile che il Comune procederà comunque nella sua volontà di demolire l’ex Pavan trovando qualche scappatoia. In ogni caso il lavoro fatto in questi mesi di controinformazione, mobilitazione, sensibilizzazione e denuncia ha imposto la questione della destinazione dell’area all’attenzione di tutta la città impedendo che il comune facesse i suoi giochi senza incontrare opposizione.
La lotta per la restituzione al quartiere dell’area dell’ex Pavan continua.