SULLA LOTTA IN DIFESA DEI CONSULTORI

Da nove mesi la significativa mobilitazione portata avanti da Nonunadimeno-Trieste e dal Comitato per la partecipazione ai consultori famigliari tiene banco in città ed ha fatto in modo che il vergognoso dimezzamento dei consultori non avvenisse sotto silenzio come sperava l’Asugi.

Questa lotta è esemplificativa di come le questioni sociali vengono trattate dalle istituzioni, siano esse locali o nazionali: chi dissente ha solo il diritto a essere ignorato, e se alza troppo la voce ci sono le forze dell’ordine. Fine della discussione.

Quello che è successo giovedì 1 febbraio sotto il consiglio regionale in piazza Oberdan è solo l’ultimo atto di un’arroganza che tracima ogni giorno dai palazzi.

Non importa che si parli della sanità pubblica, dell’ambiente, dei rioni o dell’ovovia: chi governa (e non importa se rappresenta una parte ben minoritaria della popolazione) mostra ogni giorno il suo volto sempre più autoritario.

“Ottimizzazione”, “razionalizzazione” e “sviluppo” sono le paroline magiche ripetute in ogni occasione per giustificare tagli ai servizi sociali, agli spazi di socialità, e per imporre mega opere inutili e dannose per l’ambiente.

Il governo a trazione fascista attualmente in carica ha chiaramente dato un accelerazione in senso autoritario al quadro politico, ma la tendenza è in atto da anni: ormai ogni spazio di mediazione politica nei conflitti sociali si è chiuso, e chi meglio degli eredi del fascismo è adatto per portare a compimento questo processo?

Se ci è chiaro che in questo momento il nemico principale è questo governo di destra e le sue propaggini locali, abbiamo anche la memoria lunga e non ci siamo scordati che lo smantellamento dei servizi sociali – a partire dalla sanità e dalla scuola – vede allineati da anni tutti gli schieramenti politici.

Per questo riteniamo da sempre che le lotte debbano essere portate avanti nella massima autonomia dal quadro istituzionale e politico, tramite le più diverse, multiformi e ampie esperienze di autoorganizzazione sociale.

In questo senso la battaglia in difesa dei consultori è stata fin’ora un esempio di come costruire un consenso allargato nella società senza abbandonare la radicalità nei contenuti e nei metodi di lotta.

Davanti a noi la controparte si sente forte ma noi sappiamo che si può vincere, come è successo ad esempio con la lotta contro il progetto di acciaieria della Danieli a San Giorgio di Nogaro. Occorre lavorare per trasformare sempre di più la rabbia diffusa fra la gente in consapevolezza e volontà di lotta.

Da parte nostra saremo come sempre al fianco delle compagne di Nonunadimeno, del Comitato per i consultori e di tutte le esperienze di lotta dal basso.

Gruppo Anarchico Germinal

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