Solidarietà internazionalista

La mattina del 6 Febbraio un terremoto di magnitudo 7,8 con epicentro vicino a Mereş (tr. Kahramanmaraş) e Dîlok (tr. Gaziantep) in Bakur (Turchia), seguito da una seconda scossa egualmente potente, ha causato una catastrofe umanitaria. In Turchia La distruzione è arrivata fino ad Amed (tr. Diyarbakir), a 300 km dall’epicentro, e alle aree prevalentemente arabe di Hatay. Nel confine siriano le aree maggiormente colpite sono state sia le zone occupate dallo stato turco e dalle milizie di Hay’at Tahrir al-Sham, tra cui Afrin e Idlib, che quelle sotto controllo diretto del regime di Damasco (Aleppo, Latakia, Tartus e Hama). I territori dell’Amministrazione Autonoma della Siria del Nord-Est (Rojava) sono per lo più stati sottoposti a danni contenuti, fatta eccezione per la regione di Shehba, la città di Tall Rifaat e i quartieri curdi di Aleppo, aree in cui vivono principalmente sfollati che vi hanno trovato rifugio a seguito dell’invasione di Afrin nel 2018 e che sono costantemente prese d’assedio dalle forze armate di Damasco.
La situazione è drammatica. Al momento sono stati estratti dalle macerie i corpi di 20mila morti e di quasi 80mila feriti, ma si profila una vera e propria ecatombe, con previsioni di decine di migliaia di vittime. Centinaia di migliaia di persone hanno bisogno di un riparo urgente, di calore e di sussistenza essendo in pieno, rigido, inverno.
Particolarmente pesante è la condizione per la popolazione curda della regione. Il Bakur (Turchia), dove sta montando la rabbia popolare contro Erdogan per la lentezza dei soccorsi, è stato militarizzato dal governo di Ankara, con la proclamazione del coprifuoco, moltissime aree poco o nulla raggiunte dai soccorsi, cittadini lasciati senza supporto costretti ad autorganizzare i soccorsi nonostante l’ostruzionismo dell’esercito per accedere alle zone colpite. In questo contesto, l’HDP, espressione della sinistra curda e turca, ha istituito un comitato di coordinamento centrale organizzando squadre di soccorso e aiuto in molte delle province devastate dal sisma e abbandonate dallo stato.
Sul versante siriano, in un contesto già fortemente provato da 11 anni di embargo internazionale, nella città curda di Afrin (sotto occupazione dello stato turco dal 2018) i soccorsi sono pressoché inesistenti e l’invio di materiale a rischio sequestro da parte delle milizie jihadiste. Le aree di Shehba e Tall Rifaat, dove era stata attivata una prima assistenza da parte dell’amministrazione autonoma del Rojava (disponibile a fornire assistenza medica a qualsiasi persona di qualsiasi regione della Siria) sono state bombardate dall’esercito turco nelle 48 ore successive al sisma. L’amministrazione Autonoma e le Forze della Siria Democratica hanno lanciato un appello alla comunità internazionale per aprire le porte di confine e lasciar entrare aiuti umanitari in ogni area della Siria, inoltre le SDF hanno preparato squadre di soccorritori e aiuti umanitari da inviare nelle aree colpite sotto controllo di Damasco o occupate dallo stato turco, ai convogli è impedito l’accesso nelle zone colpite.
Per gestire l’emergenza di fronte a questo scenario drammatico si è subito attivata MEZZALUNA ROSSA KURDISTAN (“Heyva Sor a Kurdistanê”), la più grande organizzazione umanitaria internazionale per il Kurdistan, attiva dal 1993. Mezzaluna Rossa Kurdistan da anni è attiva nella regione del Kurdistan, portando cure mediche e beni di prima necessità, finanziando la ricostruzione di edifici pubblici, come scuole, ambulatori ed ospedali.
“Mezzaluna Rossa Kurdistan Italia” è l’emanazione italiana di Heyva Sor a Kurdistanê. Con sede a Livorno, è attiva dal 2015 e in questi 8 anni ha sviluppato e partecipato a numerose campagne e progetti. Siamo intervenuti ad Afrin nel 2018, a seguito dell’attacco militare turco, con l’allestimento di campi rifugiati a Shahba e la ristrutturazione di una clinica per la gestione sanitaria dei profughi. Abbiamo promosso la costruzione dell’ospedale di Till Temir in Rojava; supportato la Rojava Medical Academy e il progetto protesi 3D per le vittime delle mine; gestito l’emergenza sanitaria in Rojava a seguito dell’invasione militare turca del 2019; promosso la gestione dell’emergenza Covid nel nord della Siria e nel Kurdistan iracheno con l’invio di mascherine e respiratori polmonari; supportato la gestione dell’emergenza profughi al confine tra Polonia e Bielorussia.
Mezzaluna Rossa Kurdistan Italia si unisce all’appello per chiedere all’opinione pubblica, al governo italiano, alla Comunità Internazionale, al Parlamento Europeo e al Consiglio d’Europa di supportare i popoli di Kurdistan, Siria e Turchia, adoperandosi affinché sia garantito ai soccorritori e volontari l’accesso alle aree colpite, che non venga impedito ai giornalisti di recarsi in loco e che sia permesso agli aiuti umanitari di raggiungere le aree colpite in Turchia e Siria.
Tuttavia, siamo altresì consapevoli che a fronte della precarietà geopolitica dei territori colpiti, in questi giorni stiano purtroppo emergendo forti difficoltà in ordine alle modalità di raccolta e gestione dei fondi per l’emergenza. Ai fenomeni di corruzione conclamata del governo turco denunciati anche sulle recenti cronache internazionali si deve aggiungere il timore concreto che tanto in Bakur (Kurdistan turco) quanto in Rojava (Kurdistan siriano) l’assistenza fornita risulti essere fortemente dipendente e condizionata dal pregiudizio anti-curdo dei governi, che da sempre limita l’accesso alle cure, esacerbando i conflitti, tanto che ad oggi intere aree si trovano ancora completamente incapaci di fornire cure mediche e primo soccorso.
Le popolazioni curda, turca, siriana e tutti coloro che sono stati colpiti dal terremoto, hanno bisogno del nostro aiuto affinché questa drammatica situazione possa essere arginata il prima possibile. Per fare fronte ad una crisi umanitaria di così vaste proporzioni, la solidarietà e la cooperazione di tutti risultano cruciali.
Per portare un sostegno concreto e garantire che gli aiuti inviati giungano a tutte le popolazioni colpite dal sisma, MLRKI invita pertanto tutti al massimo senso di responsabilità e solidarietà partecipando alla campagna di raccolta fondi che abbiamo attivato per l’Emergenza Terremoto in Turchia e Siria.
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