Riportiamo l’articolo pubblicato su Umanità Nova.
La sonnolenta provincia di gorizia ha visto nel giro di una settimana due momenti di contrapposizione fra fascisti (in crescita purtroppo anche in queste zone come nel resto del paese) e antifascisti, con gli anarchici e anarchiche in prima fila.
Domenica 14 a Monfalcone, come avviene da alcuni anni, i fascisti (in questo caso Fratelli d’Italia con l’appoggio di altri gruppi) hanno commemorato Piero Dominutti nazionalista ucciso nel 1948 per motivi mai chiariti ma che i camerati ricordano in quanto “ucciso per aver difeso l’italianità di queste terre”. Per puro caso la stele posta sul luogo dell’omicidio è situata a poche decine di metri dalla sede inaugurata a inizio dicembre del Coordinamento Libertario Isontino e dell’Usi-Ait provinciale. E così il Coordinamento ha prodotto un comunicato stampa ripreso da media locali in cui si fa chiarezza sulla figura di Dominutti: “…Piero Dominutti, originario di Cervignano, è stato ucciso in circostanze mai chiarite il 14 gennaio 1948 (come scrive anche Roberto Spazzali in “Gorizia 1945-1948” edito dalla Lega Nazionale). Attivista dei Sindacati Giuliani e del Partito d’Azione, che localmente funse da catalizzatore di istanze nazionaliste dopo la caduta del regime fascista, Dominutti si rese protagonista di trasporto e occultamento di armi assieme al “noto fascista Minozzi” e partecipò alle squadracce protagoniste di atti di violenza e intimidazioni – anche con bombe e pugnali – nei confronti di militanti di sinistra e sedi di partito ed organizzazioni operaie nel corso del settembre 1947. Informatore della polizia, membro del Moto Club di Monfalcone diretto dall’ex segretario politico del Fascio e segnalato come luogo di ritrovo di fascisti, Dominutti aveva il ruolo di segnalare alla dirigenza del cantiere i lavoratori politicamente inaffidabili…”.
Il comunicato colpiva nel segno e provocava una stizzita risposta sui media locali del responsabile locale di Fratelli d’Italia. Il giorno della commemorazione i fascisti si presentano in numero inferiore agli anni scorsi (una 30ina scarsa, parenti del defunto compresi) e senza striscioni. Sono assenti – a differenza degli anni precedenti- elementi di centro-destra e moderati, segno che la polemica venuta fuori sui giornali a seguito del comunicato del Coordinamento Libertario ha avuto effetto. I compagni e compagne locali hanno chiesto con passaparola interno lanciato un paio di giorni prima una presenza solidale davanti alla sede e così in una 15ina ci siamo ritrovati li davanti esponendo bandiere e lo striscione “La verità è rivoluzionaria”. La nostra presenza, monitorata da circa una 15 fra digos, carabinieri, poliziotti e vigili, è stata mal digerita dai camerati che hanno dedicato gran parte dei discorsi del quarto d’ora di commemorazione a noialtri. Quando hanno finito dalle nostre fila è partito il canto di “Bella Ciao” e lo slogan “siamo tutti antifascisti. Soddisfazione fra i compagni locali per questo primo momento di presenza antifascista a Monfalcone.
Sabato 20 la scena si sposta nel capoluogo di Gorizia dove, come avviene da anni, il Comune riceve con tutti gli onori l’associazione dei Reduci della Xa Mas che commemorano i loro morti nella battaglia di Tarnova della Selva (avvenuta nel gennaio 1945 fra i fascisti -con l’appoggio dei tedeschi- e le truppe dei partigiani jugoslavi) con tanto di labari ufficiali e inni.
Già da tre anni gli antifascisti organizzano un presidio davanti al comune per denunciare e contestare la celebrazione. Quest’anno è stata l’Anpi provinciale a organizzare il presidio a cui hanno aderito tutti i partiti di centro-sinistra (Pd compreso). Le aree di movimento (e in particolare l’area anarchica) hanno deciso di non aderire né tantomeno di coorganizzare l’iniziativa ma di essere presenti in maniera visibile in piazza (già l’anno scorso c’erano stati dei momenti di tensione fra anpi e compagni). In piazza il presidio antifascista raccoglieva una centinaio abbondante di partecipanti, mentre i fascisti (reduci della decima assieme a militanti di Casa Pound accorsi da tutta la regione con tanto di striscione) erano circa una settantina. Imponente l’apparato di sicurezza con varie camionette e decine di carabinieri e poliziotti in antisommossa più svariati digos. Come compagni e compagne prima ci si è posizionati a lato del presidio ufficiale con le nostre bandiere e poi, all’apparire di una bandiera del PD, si è chiarito al megafono che per noi la presenza del partito di governo, il partito di Minniti, ad un presidio antifascista era vergognosa e per questo noi non aderivamo pur essendo presenti. All’apparire dei labari della Xa gli animi si sono accesi e dal nostro settore di presidio sono partiti slogan e insulti all’indirizzo dei fascisti con anche qualche spintone con la Digos. Lo stesso è avvenuto quando la cerimonia è finita e i labari della Xa sono scesi dal Comune e i militanti di Casa Pounad con il loro striscione si sono posizionati di fronte al presidio antifascista. A quel punto i compagni e compagne (seguiti per fortuna da una parte -seppur minoritaria- del resto del presidio) sono scesi in strada andando oltre lo spazio “concesso” dalla questura e costringendo la polizia a chiudere la strada. A quel punto è iniziato un fronteggiamento a suon di slogan, interventi e fumogeni durato vari minuti finchè i fascisti non se ne sono andati. Personalmente penso che il bilancio della giornata non possa essere del tutto positivo: sebbene credo sia stato comunque importante essere presenti e cercare rendere un minimo conflittuale la giornata dall’altro si è visto per l’ennesima volta che l’antifascismo istituzionale e non radicale dell’Anpi e dei partiti di sinistra non solo porta in piazza sempre meno gente ma si dimostra sempre più inefficace (durante gli interventi veniva ribadito a piè sospinto il mantra della costituzione tradita e che la polizia doveva impedire le manifestazioni fasciste ecc ecc.).
E’ compito delle aree di movimento trovare nuove forme di resistenza e azione antifascista.
Un compagno presente